Firenze, in manette coppia di genitori e un'altra mamma. "Una figlia concepita per abusarne" Firenze, in manette coppia di genitori e un'altra mamma. "Una figlia concepita per abusarne"

Firenze, in manette due mamme e un papà. “Una figlia concepita per abusarne”

Firenze, in manette coppia di genitori e un'altra mamma. "Una figlia concepita per abusarne"
Firenze, in manette coppia di genitori e un’altra mamma. “Una figlia concepita per abusarne” (foto archivio Ansa)

FIRENZE – Una figlia concepita per abusarne, un’altra molestata dalla sua stessa mamma per inviare foto alla coppia di coniugi orchi. Con queste terribili accuse sono finite in manette due donne, una di Terni e l’altra di Reggio Emilia, insieme al loro presunto istigatore, compagno di una delle due, al quale entrambe le madri avrebbero fornito materiale pedopornografico delle figlie per compiacerlo.

I tre sono stati arrestati venerdì mattina dalla polizia postale della Toscana. Sull’uomo e la donna di Terni, genitori di una delle piccole vittime, c’è pure il sospetto, secondo l’ordinanza del gip di Firenze, che la coppia abbia concepito la figlia al solo scopo di abusarne, per farne un proprio “giocattolo sessuale”. Da una “chat tra i due – evidenzia il giudice Agnese Di Girolamo – emerge come assolutamente verosimile” che la gravidanza sia stata voluta “con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise”.

L’uomo, 40 anni, residente nella provincia di Grosseto, avrebbe abusato della figlia in almeno tre occasioni, secondo gli investigatori. Gli episodi sarebbero avvenuti sempre con la complicità della madre della piccola che gli avrebbe inviato più volte via Whatsapp foto intime della loro stessa bambina. Sempre lei lo avrebbe consigliato su come adescare altre baby vittime, inviandogli un manuale trovato su internet dal titolo “Come praticare l’amore bambino”. I reati contestati agli arrestati sono, a vario titolo, violenza sessuale su minori di dieci anni, produzione e divulgazione di materiale pedopornografico.

L’altra donna, che abita nell’area di Reggio Emilia, peraltro incensurata come la prima, avrebbe agito per denaro, alcune centinaia di euro per volta. Dal 2011, quando la figlia aveva solo 1 anno, avrebbe inviato al 40enne immagini degli abusi da lei stessa commessi su sua figlia, sempre in cambio di soldi. Da pochi mesi aveva smesso per timore che la bambina, quando fosse diventata più grande, raccontasse tutto al padre, che era all’oscuro di tutto ed è risultato completamente estraneo alla vicenda.

Con gli arresti le bambine sono state affidate ai servizi sociali e portate in strutture protette. “La vera notizia – ha detto la dirigente della Polposta Toscana, Barbara Strappato – è che adesso le due piccine sono al sicuro”. Le indagini sono partite da accertamenti sul 40enne, da tempo sotto la lente delle forze dell’ordine. Proprio le chat tra l’uomo e le madri delle piccole, sostiene il gip, “mettono in luce la raccapricciante e gravissima reificazione delle due piccolissime bambine, meri oggetti sessuali dei tre adulti”.

Il 40enne, scrive il giudice, è caratterizzato da “una personalità assolutamente orientata alla pratica della pedofilia e alla continua ricerca di nuove vittime di età anche poco più che neonatale”. Nel 2006 fu condannato a Grosseto a 1 anno e 6 mesi per pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico, nel novembre 2019 il tribunale di Firenze lo ha condannato a 2 anni e 4 mesi per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.

L’esame del materiale sequestrato all’uomo quando fu arrestato nell’agosto 2019 ha permesso di scoprire che era iscritto a gruppi di condivisione di materiale pedopornografico su Telegram e WhatsApp. Nella sua casa furono ritrovati bambolotti riproducenti neonati e altri oggetti ritenuti di interesse investigativo. Inoltre l’analisi di pc e cellulari che gli sono stati sequestrati ha svelato i rapporti con le due donne e gli abusi sulle minori. Gli accertamenti della Polizia postale proseguono per identificare altre vittime di violenze. 

Fonte: Ansa

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