FIRENZE – Fra i mille aspetti ancora da chiarire sulla morte di Ashley Olsen, due punti fermi ci sono. La trentacinquenne americana strangolata a Firenze conosceva il suo assassino o, almeno, è stata lei a farlo entrare in casa.
E il fidanzato ha un alibi lineare che, per il momento, regge. Le indagini della squadra mobile di Firenze si stanno così concentrando sugli incontri fatti dalla donna nella notte tra giovedì e venerdì, dopo che le amiche l’hanno lasciata in un locale, a poche centinaia di metri da casa sua.
Il cadavere è stato scoperto alle 14 di sabato. Nell’abitazione, un piccolo appartamento nel quartiere di San Frediano, gli agenti non hanno trovato il cellulare della donna. Con ogni probabilità, l’assassino lo ha portato via temendo che contenesse sue tracce.
Con i soli tabulati telefonici – senza quindi dover avere materialmente a disposizione l’apparecchio – gli inquirenti possono infatti scoprire con chi la vittima ha scambiato telefonate o sms. Ma se i contatti sono avvenuti tramite applicazioni che si collegano a internet – come WhatsApp o Facebook – sui tabulati resta solo una ‘anonima’ traccia del traffico dati. A quel punto, avere a disposizione il telefono diventa fondamentale.
Per il momento, l’unico elemento utile che pare emergere dai tabulati è che il cellulare risulta staccato dalla mattina di venerdì. A trovare il cadavere di Ashley è stato il fidanzato, Federico Fiorentini, un pittore fiorentino di 42 anni, che non la sentiva da tre giorni, dopo un litigio. Quando ha scoperto il corpo, con lui c’era la proprietaria di casa, Claudia Colivicchi: “Ashley era nuda, stesa a terra accanto al divano letto. Era morta, non c’era il minimo dubbio che lo fosse. Ma Federico era come se avesse perso la testa”.
Il fidanzato ha anche cercato di rianimarla, mentre il cane della ragazza, che era in casa, guaiva: “Una scena sconvolgente”. La porta non era forzata e non si è trattato di una rapina: questo fa ritenere che sia stata Ashley a fare entrare l’assassino. Il dettaglio del litigio e il fatto che fosse stato lui a trovare il cadavere aveva indirizzato le attenzioni sul fidanzato, che per ore è stato ascoltato in questura.
Il suo alibi, però, ha trovato conferme sia da testimoni sia da riscontri ‘tecnici’ sul cellulare. Al momento, comunque, non ci sono sospettati: lo dimostra il fatto che, in vista dell’ autopsia, non ci siano indagati. E che si prevedano indagini complesse e lunghe lo testimonia la decisione di affiancare al pm titolare, Giovanni Solinas, il procuratore aggiunto Luca Turco.
Fra gli elementi che non paiono interessare troppo gli inquirenti ci sono un post su Fb in cui di Ashley parlava di uno stalker, e un reggiseno trovato in strada, vicino casa sua: il post sarebbe ‘scherzoso’ e l’indumento non pare legato alla vicenda. Gli investigatori sembrano invece prestare più attenzione al locale dove la trentacinquenne ha trascorso l’ ultima notte, il ‘Montecarla’: più volte negli ultimi anni la questura è intervenuta con provvedimenti di chiusura temporanea, di solito per questioni legate alla droga. Ancora non starebbe dando i frutti sperati, invece, la visione delle immagini delle telecamere della zona.
Altro dettaglio importante, il fatto che fosse nuda. Non si esclude, quindi, un contesto erotico. Si è trattato comunque di un omicidio d’impeto, non premeditato. Sarà l’autopsia a rivelare se ci sia stata qualche tipo di violenza. Nel pomeriggio, il padre della trentacinquenne, l’architetto Walter Olsen, è andato davanti alla casa della figlia, dove è rimasto alcuni minuti in raccoglimento. La madre arriverà martedì dagli Usa. In attesa che la procura dia il via libera alla salma, ancora non è stato stabilito se i funerali si celebreranno a Firenze o negli Stati Uniti. Intanto, davanti all’abitazione sono stati disegnati dei cuori rossi e sono state vergate alcune frasi. Una recita: “Lui è colpevole, pagherà”.