Firenze, identikit del mostro: si presenta come Alessandro, bonaccione, distinto

La scena dell'omicidio a Ugnano (Foto lapresse)
La scena dell’omicidio a Ugnano (Foto lapresse)

FIRENZE – Si presenta come Alessandro quando approccia una prostituta. Ha l’aria da “bonaccione distinto”. E’ freddo, in macchina  non parla, non vuole socializzare. Tarchiato, tra i 50 e i 60 anni, pochi capelli, accento toscano ma senza forte inflessione. Si propone di riaccompagnare in macchina la donna di turno, non prima di qualche gioco spinto. Chiede alle prostitute di spogliarsi, anche se è inverno e fa freddo. Loro eseguono, acconsentono al gioco spinto che prevede i polsi legati con uno scotch a un palo. Quando sono immobilizzate, lui usa un bastone o un paletto e le violenta. Loro protestano, lui continua come nulla fosse. E le lascia lì.

E’ questo l’identikit del nuovo mostro di Firenze, l’uomo che nel corso di anni ha usato sempre lo stesso copione con più prostitute. Tutte sono riuscite a scappare e salvarsi tranne una, l’ultima. Andrea Cristina è stata trovata morta una manciata di giorni fa. E ora le altre raccontano, vengono rintracciate e ascoltate dagli inquirenti. Quasi tutte raccontano lo stesso tremendo copione.  «Aveva una faccia da bonaccione distinto», racconta una toscana di 39 anni.

“Dopo aver pattuito una prestazione di 50 euro sono salita sulla macchina. Mi chiese di mettermi nuda e a quel punto mi bloccò le mani, immobilizzandomi con un nastro a una ringhiera. Tentai di resistere ma lui era più forte di me”.

E un’altra donna, sempre toscana di 45 anni:

“E anche se obiettai che la temperatura era fredda lui mi spiegò che così facendo il gioco diventava più eccitante. Mi disse: andiamo a Ugnano, facciamo un gioco erotico e poi ti riporto in qua io. Ero nuda, avevo solo un paio di scarpe e di calzini. Lui è sceso dal veicolo ha preso del nastro adesivo con la scritta di Careggi e mi ha legato i polsi e gli avambracci alla transenna”. E’ a quel punto che le stupra con un bastone. “Implorai l’uomo, lo supplicai che smettesse”, ma niente. Alla fine lui se ne va lasciando le vittime legate. “Mi disse: ci rivediamo. E mi lasciò legata a quella transenna”.

Una prova a dare una spiegazione a così tanta violenza:

“Credo che il suo obiettivo fosse semplicemente quello di farmi del male, forse per vendetta. Ho pensato che detestasse le donne per qualche torto che aveva patito da qualche prostituta”.

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