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Firenze, 31 persone a cena. Chiuso per 5 giorni ristorante di Momi El Hawi, tra i promotori di #IoApro

Ieri sera (mercoledì 20 gennaio) le forze dell’ordine sono intervenute nel ristorante Tito di via Baracca, di proprietà di Momi El Hawi, uno degli organizzatori della protesta #Ioapro1501 contro le limitazioni anti-Covid dei Dpcm.

Momi El Hawi da due mesi non chiude i suoi tre ristoranti a dispetto delle inevitabili multe.

Il ristoratore era stato sanzionato anche il 15 gennaio scorso, nella serata clou della contestazione, per aver tenuto aperto a cena violando le norme anti-Covid.

Questa volta la polizia, come racconta l’agenzia Ansa, intervenuta su una segnalazione, ha trovato il locale aperto con all’interno 31 persone che stavano mangiando sedute ai tavoli. Per questo è scattata la chiusura del locale per cinque giorni. El Hawi è stato sanzionato con una multa da 400 euro. Secondo quanto appreso, tutti gli avventori sono stati identificati e saranno multati nei prossimi giorni.

“Io Apro”, che cos’è

Si chiama “Io Apro” ed è l’iniziativa di protesta della categoria dei ristoratori contro il Dpcm che potrebbe anche vietare l’asporto dalle 18. “Io Apro” è una forma di “disobbedienza civile”, come dicono gli stessi ristoratori.

Come riporta Repubblica, tutto è nato da un appello lanciato su Facebook da Maurizio Stara, titolare del pub “RedFox” di Cagliari, che ha chiesto l’adesione dei gestori di altri locali in Italia. “Non spengo più la mia insegna, io apro – si legge nell’appello -. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19″.

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