Firenze, pinza “dimenticata” nel paziente: dopo 3 mesi devono riaprirlo

Firenze, pinza "dimenticata" nel paziente: dopo 3 mesi devono riaprirlo
Firenze, pinza “dimenticata” nel paziente: dopo 3 mesi devono riaprirlo

FIRENZE – Operato per un tumore all’addome, quando ha eseguito una Tac di controllo ha avuto una sorpresa. All’interno del suo addome, all’altezza dell’intestino, era rimasta una pinza chirurgica da 15 centimetri che, miracolosamente, non gli ha procurato lesioni interne. A tre mesi dall’intervento Mauro Cellini, 64 anni e residente a Dicomano, ha scoperto l’errore medico e ora dovrà essere rioperato per l’asportazione del ferro chirurgico.

Giacomo Pelfer sul quotidiano Il Tirreno scrive che l’intervento in cui all’uomo è stata lasciata la pinza nell’addome è stato eseguito all’ospedale Careggi di Firenze. Giada Caciagli, avvocato del Valdarno, che è la referente in Toscana del portale Risarcimentosalute:

“La vicenda di Cellini – racconta Caciagli – è iniziata a causa di una diagnosi infausta di tumore al colon, che lo ha costretto ad un primo intervento di resezione dell’intestino eseguito nel mese di febbraio”.

Cellini, malato di tumore, scelse l’ospedale Careggi per l’operazione, ma qualcosa durante l’intervento andò storto. La vena iliaca si perforò ed ebbe uno shock emorragico. I chirurghi sono stati così costretti ad operarlo sia a febbraio, che a luglio. Proprio durante il secondo intervento, quello di luglio, hanno dimenticato le pinze nell’addome dell’uomo, che ora dovrà essere sottoposto ad un terzo intervento:

“Sul momento, dalla faccia del radiologo – racconta Cellini – pensai a una complicazione con il tumore, poi iniziai a temere che la pinza potesse aver provocato lesioni interne. Nei tre mesi passati tra la seconda e la terza operazione non ho mai avuto dolore: solo i primi giorni sentivo delle fitte quando mi sedevo”. Così, dopo la rimozione, Cellini si è rivolto all’avvocato Caciagli per avviare una richiesta danni in sede civile.

“Quanto è accaduto l’ha veramente segnato, anche a livello di stress – riprende l’avvocato – oltre a subire anche un’alopecia con conseguente perdita dei capelli. L’ospedale si è scusato personalmente con lui, ma è giusto anche fa conoscere questo caso per evitare che si ripeta

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