Firenze. Rapinatore di banca arrestato, incastrato grazie al Dna sulla parrucca

A incastrare il rapinatore di una banca di Firenze, dalla quale portò via un bottino di 120 mila euro, la prova regina per eccellenza, il Dna. Gli investigatori avevano infatti estratto il dato biologico dalle parrucche utilizzate dai due rapinatori durante il colpo, avvenuto nel giugno dell’anno scorso, comparandolo con quello estratto da dei mozziconi di sigaretta sequestrati durante una perquisizione a casa del sospetto.

Il Dna combaciava e i poliziotti della sezione antirapina della squadra mobile di Firenze hanno così sottoposto a fermo Italo De Witt, 57 anni, di Roma. Stessa sorte, un mese dopo il furto, per il ‘palo’, Pietro Sorrenti, 36 anni arrestato a Civitavecchia. Quest’ultimo, fuggito da solo con la refurtiva, era stato individuato sull’autostrada A1 all’altezza di Scandicci (Firenze) grazie ad una mazzetta ‘civetta’ che conteneva un localizzatore. Vistosi alle strette, l’uomo ha abbandonato in corsia d’emergenza l’auto, una Fiat Punto, e si era dileguato nei campi che costeggiano l’autostrada.

Tuttavia i poliziotti erano riusciti a recuperare il bottino (soldi e gioielli contenuti nelle cassette di sicurezza della banca, la filiale del Monte dei Paschi di Siena di via Pratese) e parrucche e batuffoli di cotone utilizzati dai due rapinatori durante il colpo, avvenuto calandosi dal tetto dell’edificio dopo aver praticato un foro.

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