“Firme false a corso di formazione”: supplente non abilitata, pm chiede processo

"Firme false a corso di formazione": supplente non abilitata, pm chiede processo
“Firme false a corso di formazione”: supplente non abilitata, pm chiede processo

ROMA – “False firme di presenza ai corsi di abilitazione per diventare insegnante”. Una supplente è finita nei guai con l’accusa di falsità ideologica in atti pubblici e ora rischia di andare a processo. I pm della Procura di Roma infatti hanno chiesto il rinvio a giudizio per la donna, che ha attestato la sua frequenza a due corsi per l’abilitazione all’insegnamento con la compiacenza di un compagno di studi che avrebbe firmato al suo posto.

Riccardo Di Vanna scrive su Il Messaggero:

“La vicenda si articola in due diversi momenti, compresi tra il 2008 e il 2011, quando l’indagata, per accumulare i crediti necessari ad accedere alla graduatoria riservata agli insegnanti non abilitati, decide di seguire due corsi di specializzazione presso l’Università San Pio V. La supplente si iscrive a un primo ciclo di aggiornamento professionale, «la progettazione didattica di sistema d’aula» – della durata di due anni – e poi, successivamente, ad un master di primo livello per approfondire le proprie conoscenze sull’insegnamento rivolto a ragazzi con disabilità. Di fatto, un vero e proprio percorso formativo per docenti di sostegno. In entrambi i casi, però, la trentenne, pur essendo regolarmente immatricolata presso l’ateneo privato, non avrebbe realmente partecipato alle lezioni”.

A firmare al posto della donna sarebbe stato un compagno di studi, che non è stato identificato dalla Procura:

“Come se non bastasse, l’indagata avrebbe sfruttato lo stesso stratagemma anche per certificare la sua partecipazione al test finale dell’esame per il conseguimento del primo dei due corsi di formazione. Grazie ai punti acquisiti a suon di firme false, la supplente avrebbe fatto un balzo in avanti decisivo nella speciale graduatoria per i candidati all’insegnamento privi di abilitazione. Una scalata travolgente che, a distanza di pochi mesi dalla chiusura del master, avrebbe permesso alla giovane di ottenere un incarico annuale presso il liceo linguistico Democrito”.

La mossa della supplente, ora indagata, le ha permesso di superare in graduatoria un’altra insegnante:

“A fare le spese dell’accaduto, infine, sarebbe stata soprattutto una collega della supplente. Una aspirante professoressa che, dopo anni di sacrifici, si sarebbe vista scalzare da chi effettivamente non ne avrebbe avuto merito”.

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