PRATO – Allarme evasione fiscale cinese a Prato. A lanciarlo e' Roberto Cenni, sindaco della citta' guidata dal centrodestra che, citando i dati sull'evasione dei tributi locali da parte di un campione di aziende gestite da cinesi, ha sottolineato come su 381 ditte controllate, 312 non hanno pagato l'addizionale comunale del 2009, pur avendo presentato la dichiarazione. L'imposta, ha spiegato ancora, e' stata versata solo da 8 aziende (su 381), per cui il Comune ha incassato complessivamente 887 euro, suddivisi nel 2008 e 2009.
Il campione corrisponde alle ditte cinesi che sono state ispezionate dalle forze dell'ordine dal primo gennaio 2010 al 4 luglio scorso, e di cui sono state controllate le dichiarazioni dei redditi 2009 presentate l'anno successivo. A Prato le aziende di imprenditori orientali sono all'incirca 4000.
Riguardo alla tariffa sui rifiuti Tia, per l'amministrazione su 386 aziende controllate, 184 ''non hanno versato neppure un euro'', 165 una parte della tariffa e 9 hanno pagato tributi per un totale riscosso di 10.447 euro. ''Facendo una stima approssimata per difetto, l'evasione della Tia si aggira intorno ai 4 milioni l'anno'', ha detto il sindaco. ''Esiste il modello F24 per il pagamento di tasse e tributi, si inizi a usarlo – ha commentato – e non a esercitare un'economia di rapina come per troppi anni e' stato fatto a danno della citta' di Prato''.''Non risponde al vero – ha proseguito Cenni – parlare dei cinesi come di una opportunita', solo per falso buonismo, per accusare l'avversario politico di razzismo o peggio per interessi di parte o di alcuni. Che la comunita' cinese, stanti cosi' i fatti, rappresenti una zavorra per la citta' di Prato, lo dimostrano'' questi dati. Poi ha aggiunto: ''Mi stupisco di un partito come il Pd che, mentre i suoi vertici tuonano contro l'evasione fiscale, qui a Prato i suoi rappresentanti fingono di non vedere un fenomeno di portata nazionale per incomprensibili interessi politici o di parte''.