Briatore, lo yacht e l’evasione fiscale. Una mail lo incastra. La barca assegnata allo Stato

Pubblicato il 7 Giugno 2010 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA

Flavio Briatore sullo yacht 'Force Blue'

“Caro Flavio…ma sei matto? Vuoi che un pm si occupi della società e della gestione della barca?”. Poche frasi che però risulterebbero fatali per Flavio Briatore. Ad incastrare il proprietario del ‘Billionaire’, accusato di evasione fiscale e di contrabbando, è un messaggio che uno dei suoi avvocati gli ha mandato cinque anni fa, in risposta all’intenzione di Briatore di denunciare il capitano dello yacht cinque anni fa, accusato di comportamenti sleali. Il legale però lo sconsiglia: sarebbe un errore attirare su di se l’attenzione dei magistrati.

La trascrizione del messaggio di posta elettronica, che sarebbe stato mandato tramite un cellulare, è stato presentato dal pubblico ministero Walter Cotugno davanti al Tribunale del riesame di Genova, dove si stava discutendo del sequestro del mega-yacht ‘Force Blue’ eseguito lo scorso 20 maggio dalla Guardia di Finanza. Secondo l’accusa, Briatore – insieme ad altre tre persone – avrebbero evaso le tasse sull’imbarcazione di 60 metri e sul carburante, configurandosi anche il reato di contrabbando. I magistrati credono infatti che lo yacht in realtà non sia di proprietà di una società di chartering delle British Virgin Islands ma che appartenga allo stesso magnate della Formula 1.

L’email sembra supportare questa tesi. “Caro Flavio…ma sei matto? Vuoi che un pm si occupi della società e della gestione della barca?” dice l’avvocato a Briatore, sconsigliandolo di denunciare penalmente il capitano dello yacht. Il comandante dell’imbarcazione, infatti, cinque anni fa fu effettivamente licenziato, ma senza alcuna denuncia, perché accusato di comportamenti sleali.

Il messaggio di posta elettronica con la conversazione tra Briatore e il suo legale, ora agli atti del pm, è stato ritenuto utilizzabile in aula perché all’epoca dei fatti tra i due non c’erano rapporti professionali ma soltanto vincoli d’amicizia. Il risultato è che il Tribunale del riesame di Genova ha respinto il ricorso degli avvocati di Briatore che avevano chiesto il dissequestro del ‘Force Blue’ e lo yacht ora rischia anche la confisca.

Lo yacht assegnato allo Stato. Intanto, dopo la decisione del tribunale del Riesame di Genova di respingere la richiesta di dissequestro del megayacht “Force Blue” di Flavio Briatore sequestrato nelle scorse settimane dalla Guardia di finanza, il sostituto procuratore Walter Cotugno dovrà adesso “consegnare” l’imbarcazione all’Agenzia delle Dogane, per poi assegnarlo temporaneamente a enti pubblici o alle forze dell’ordine. In caso di confisca, la nave verrà assegnata definitivamente. Il pm, nelle prossime ore, firmerà il provvedimento per il passaggio e verrà inserito il nome dell’imbarcazione nell’elenco del ministero dell’Interno dei beni sequestrati, in modo tale che nei 40 giorni successivi, l’ente interessato possa fare richiesta di assegnazione.

Le domande verranno vagliate dall’Ufficio delle dogane, con un parere del pm. Se nei 40 giorni nessuno dovesse fare richiesta, la barca potrebbe essere anche demolita. Sabato, a sorpresa, il Riesame ha respinto la richiesta dei legali di Briatore di togliere i sigilli al “Force Blue”. Martedì 8 giugno, uno dei legali dell’ex manager di F1 incontrerà il gip per valutare le modalità di conservazione dell’imbarcazione. Lo yacht, infatti, non può essere messo in disarmo e deve essere sottoposto a continua manutenzione. Le spese sono state finora sostenute dalla società, ma potrebbe darsi che dal passaggio in poi, mantenere l’imbarcazione passi a carico dello Stato.

Il Pd accusa: dal Pdl norma salva-Briatore. La vicenda Briatore ha alimentato anche il dibattito politico.  Le indagini che hanno portato al sequestro di alcune navi da sogno, tra cui quella riconducibile a Flavio Briatore, infatti, potrebbero essere vanificate da un articolo sulla nautica da diporto al cosiddetto disegno di legge Brunetta teso a ‘semplificare’ la vita ai proprietari dei mega yacht” secondo Silvia Velo, vicepresidente Pd in commissione Trasporti della Camera. La Velo ha spiegato che il gruppo Pd ha presentato un emendamento soppressivo di questo articolo. La misura, secondo l’esponente dei Democratici, “consente ai megayacht di proprietà di società di comodo ‘destinate al noleggio per finalita’ turistiché con sede nei paradisi fiscali, di rientrare in Italia iscrivendosi nel Registro Internazionale e beneficiando di agevolazioni normative, fiscali e previdenziali.

Una sorta di scudo riservato alle barche extralusso che potranno beneficiare di quelle norme che sono state pensate per le grandi navi , per permettere loro di competere ad armi pari con i loro concorrenti europei”.