ROMA – Federica Angeli è una cronista minacciata di morte e da allora gira per Roma sotto scorta. La giornalista ha avuto il coraggio di denunciare i suoi presunti aggressori, ma nella battaglia non è sola. La Federazione nazionale stampa italiana, Fnsi, ha deciso di manifestare la sua solidarietà a Federica costituendosi parte civile nel processo ai presunti aggressori di Federica.
Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, e il segretario generale Raffaele Lorusso hanno fatto sentire la loro voce: “I colleghi non sono soli, diamo loro scorta mediatica”.
Giulietti ha voluto ribadirlo ancora una volta nel corso della conferenza stampa del 17 gennaio in cui è stata presentata la costituzione di parte civile della Fnsi al fianco della giornalista Angeli:
“La Federazione della stampa, insieme con le Associazioni regionali di stampa, l’Ordine dei giornalisti e le altre associazioni che si battono per la libertà di informazione sono vicine a Federica e a tutte le giornaliste e i giornalisti “sotto tiro”. Il nostro obiettivo è creare una squadra che assicuri ai colleghi una sorta di “scorta mediatica” che li protegga da chi vorrebbe imbavagliarli con minacce e intimidazioni”.
Il segretario generale Lorusso ha dichiarato durante la conferenza stampa:
“Un atto di solidarietà nei confronti dei cronisti, dunque, ma anche nei confronti dei cittadini che senza il lavoro coraggioso di chi prova ad illuminare corruzione e mafie sarebbero meno informati, a danno della stessa democrazia”.
Alla conferenza stampa erano presenti anche i rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, i colleghi di Articolo21, Pressing NoBavaglio, Usigrai, Unione cronisti, Cronisti romani e una delegazione del sindacato dei giornalisti della Somalia. Lorusso ha aggiunto:
“Federica non è isolata come non lo sono Paolo Borrometi, al fianco del quale la Fnsi si è già schierata anche in tribunale, a Ragusa, o Michele Albanese o Amalia De Simone, da poco premiati dal presidente della Repubblica per il loro meritorio lavoro. Lanciamo da qui un messaggio ai colleghi, ma anche all’opinione pubblica – hanno concluso i vertici della Fnsi – perché anche i cittadini sappiano che a nessuno è consentito di molestare la libertà di espressione tramite minacce ai giornalisti. E questo a tutela di quella libertà di informazione che è alla base di ogni ordinamento democratico”.
Mercoledì 25 gennaio i rappresentanti del sindacato dei giornalisti saranno anche fisicamente in aula con Federica Angeli e con gli avvocati. La Angeli ha ripercorso poi le tappe della vicenda, iniziata il 23 maggio 2013:
“Per un cronista è importante sapere che in tribunale avrà al fianco le istituzioni della categoria. La nostra è una battaglia contro quella sicurezza che i criminali hanno di restare impuniti. Cercano di isolarci, di intimidirci prendendo di mira gli affetti, di screditare il nostro lavoro agli occhi dell’opinione pubblica. Per questo è fondamentale il messaggio della Fnsi che si è schierata al fianco dei cronisti minacciati: per sconfiggere la criminalità dobbiamo essere uniti e creare solidarietà”.
Di una battaglia di legalità e libertà che riguarda il giornalismo e i giornalisti ha parlato Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Fnsi:
“Dobbiamo lottare insieme con quei colleghi che ogni giorno ci mettono la faccia e rischiano di rimetterci la vita per svolgere con correttezza il proprio lavoro”.