Folco Quilici morto: addio al grande documentarista Folco Quilici morto: addio al grande documentarista

Folco Quilici morto: addio al grande documentarista

Folco Quilici morto: addio al grande documentarista
Folco Quilici morto: addio al grande documentarista

ROMA – Il grande documentarista Folco Quilici è morto il 24 febbraio all’ospedale di Orvieto. Il prossimo 9 aprile il documentarista, ma anche scrittore e ambientalista che ha raccontato il suo amore per il mare e il rapporto con l’uomo avrebbe compiuto 88 anni. La notizia della morte di Quilici è stata confermata anche dal sindaco di Orvieto Giuseppe Germani.

Il Corriere della Sera ricorda che Quilici era nato a Ferrara nel 1930 e il suo luogo del cuore erano le isole di Pontinesia, come ribattezzate da lui negli anni Settanta Ponza, Palmarola e Ventotene:

“Il suo luogo del cuore erano le isole di «Pontinesia» — così ribattezzate da lui negli anni ‘70 Ponza, Palmarola e Ventotene — quello che definiva «un autentico paradiso terrestre, tra fondali di acqua cristallina, una straordinaria ricchezza di fauna e flora sottomarine, rocce multicolori, piccole baie e spiagge incantevoli, oltre a una posizione strategica vicina a due grandi città, Napoli e Roma».

Il suo primo importante lungometraggio risale al 1954: con «Sesto Continente» immergeva la telecamera nei mari dell’emisfero australe per raccontare il mondo subacqueo. Poi l’Orso d’Argento, al festival di Berlino, con «Ultimo Paradiso», fino ad approdare alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1957 con «Paul Gauguin».

Dalle acque al cielo: Quilici sorvola l’Italia in elicottero negli anni ‘60 e racconta, in 14 documentari, lo Stivale dall’alto. Uno di questi arriva alla candidatura agli Oscar, nel 1971. Anno in cui prende le redini della rubrica «Geo», su Rai 3. Tra gli scritti più importanti, i «Cacciatori di Navi» del 1985 e «Cielo verde» del 1997. Sono gli anni Duemila quelli che lo vedono più attivo nella pubblicazione di libri, con i contributi alla narrativa italiana quali «L’abisso di Hatutu», «Mare Rosso», «I serpenti di Melqart» e «La fenice del Bajkal»”.

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