ROMA – Ore 15, piazza del Popolo. I Forconi (o quello che ne resta, dopo distinguo e dissociazioni) marciano su Roma. In piazza c’è Danilo Calvani, leader della cosiddetta “ala dura” e ci dovevano esser, almeno secondo le stime delle forze dell’ordine, circa 15mila persone. Sono molti di meno, qualche migliaio, massimo 3000.
Calvani se la prende con i treni,in ritardo. Per questo, spiega, a Roma sono meno che nelle aspettative. Ma non ha comnque intenzione di mollare e annuncia presidi a oltranza:
“Andremo avanti ad oltranza con i presidi che già ci sono e si moltiplicheranno in tutta Italia fin quando questa classe politica non se ne andrà. Chiediamo nuove elezioni – ha proseguito- perché la classe politica attuale non ci rappresenta. Ma non formeremo alcun partito. Oggi qui c’è gente che ha votato per tutti i partiti, di destra e di sinistra”.
Gli altri forconi, quelli che ci sono in piazza non ci stanno a sentir parlare di flop. Tremila, dicono, è un numero soddisfacente.
Per la diretta video del sit in a Piazza del Popolo clicca qui
La piazza, nella mattinata del 18 novembre, si riempe gradualmente. Tutto, per ora, secondo previsioni: slogan contro il governo, inno d’Italia cantato e applausi a Calvani al momento dell’arrivo. Stavolta non in Jaguar. Niente disordini forse anche per la presenza massiccia delle forze dell’ordine: 2000 agenti per 15mila manifestanti.
Ma a preoccupare è soprattutto il mix di chi protesta, potenzialmente esplosivo. A piazza del Popolo ci sono i Forconi, è vero. Ma ci sono anche gli esponenti di Casapound che invitano i deputati a 5 stelle a uscire dal Parlamento e unirsi alla protesta. Alle 16:30, però, prenderà il via un altro corteo, che con CasaPound ha assai poco a che fare, quello dei movimenti per la casa che, come hanno annunciato, punteranno sul centro della capitale partendo dall’Esquilino.
Per ora la sicurezza e la viabilità reggono. Anche perché di forconi ce ne sono pochi. E’ rimasto a casa Mariano Ferro, leader dei siciliani che annuncia per domenica un sit-in permanente nella Capitale. Se i numeri sono questi, però, difficile che i Forconi riescano a lasciare il segno.