NAPOLI – Fortuna Loffredo come Yara Gambirasio. Gli inquirenti non si sbilanciano sul caso della bimba di Caivano vittima di abusi e caduta (o fatta cadere) da un balcone del suo palazzo a Caivano, Napoli. Ma pare che sui vestiti indossati dalla bambina il 24 giugno scorso, il giorno della morte, siano state trovate tracce di Dna. Un Dna che non appartiene, evidentemente, nè alla bambina nè ai suoi stretti familiari e che quindi potrebbe portare all’eventuale assassino. E ora potrebbero iniziare i test a tappeto sui condomini dello stabile dal quale è precipitata la bambina.
In questa storia nulla è certo: è caduta da sola? E’ stata lanciata da qualcuno? Gli abusi sessuali sono collegati direttamente alla morte? Solo una certezza dall’autopsia: Fortuna, 6 anni, era vittima di abusi “cronici”. Non un episodio, ma una violenza perpetrata nel tempo, con continuità. Chi è che la violentava?
“E allora – chiedono gli avvocati Angelo e Sergio Pisani e Gennaro Razzini, legali della famiglia Loffredo – come è accaduto per Yara Gambirasio, si disponga il prelievo del Dna per tutti i condomini dell’Isolato 3. Fortuna – conclude la comunicazione del pool difensivo – presto avrà giustizia. A quanto ci risulta, nessun teste avrebbe ritrattato, anzi le nostre indagini vanno nella giusta direzione”.
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