NAPOLI – Dopo la conferma degli abusi sessuali sulla piccola Fortuna Loffredo, la bimba morta a Caivano, si cercano i segni del pedofilo nei disegni della bimba precipitata lo scorso 24 giungo dal balcone del palazzo in cui abitava. I disegni, sequestrati dai carabinieri sia a scuola sia a casa della bambina, sono stati affidati dalla Procura di Napoli a un esperto di psicologia infantile, che ha il compito di cercare una traccia, un elemento che aiuti a comprendere.
Le indagini si scontrano con un solido muro di omertà che al momento non si riesce a scalfire. Tra gli elementi certi c’è la violenza sessuale subita dalla piccola: ma non è detto, come hanno dato per scontato alcuni media, che la violenza sia avvenuta immediatamente prima della morte. La bimba infatti era vittima di abuso sessuale “cronico”, come si evince dalla perizia dell’autopsia dell’anatomopatologo Nicola Balzano.
Il perito, rispondendo ai quesiti posti dai pm, si è addentrato inoltre nella descrizione degli abusi subiti dalla piccola durante un lungo lasso di tempo. La morte, scrive poi Balzano,
“fu dovuta ad una grave lesività toraco addominale con lesione degli organi interni, fratture vertebrali e fratture del bacino e di entrambi i femori”, lesività “compatibile con una caduta da oltre 10 metri”.
La piccola Fortuna era in cura per disturbi dell’apprendimento ed era in cura ad Aversa per
“condotte ipercinetiche, ritardi nell’apprendimento scolastico, immaturità psicoaffettiva, difficoltà nell’attenzione”
Uno specialista dell’Asl le aveva prescritto logopedia e psicomotricità con frequenza bisettimanale. Il 20 maggio scorso, un mese prima della morte, a una visita di controllo i medici avevano riscontrato
“instabilità motoria e attentiva, scarso rispetto delle regole e dei ruoli, intolleranza alle frustrazioni con etero aggressività”.
Disturbi che, alla luce delle ultime rivelazioni, potrebbero indicare reazioni scatenate agli abusi subiti.
Francesco Greco, procuratore di Napoli Nord, a spiegato:
“Dalla consulenza tecnica medica, espletata sul corpo della bambina da uno specialista di medicina legale e da un ginecologo – è risultato che Fortuna presentava segni di abusi sessuali” e che la sua morte è dovuta a una caduta; “non vi sono, pertanto, concreti riscontri che la bambina sia stata posta sul selciato dopo essere stata schiacciata dal corpo di un adulto”.
E aggiunge:
“Non vi sono, allo stato, concreti riscontri che qualcuno ne abbia provocato la caduta, pur continuando le investigazioni anche in tale direzione”.
Il procuratore e il sostituto Federico Bisceglia, titolare del fascicolo, non escludono neppure che la violenza subita dalla bambina non sia direttamente collegata con la sua morte. Al tempo stesso si sono attivati per capire se oltre a Fortuna anche altri bambini del Parco Verde, quartiere ad alta densità criminale di Caivano, siano rimasti vittime di violenze.
Al momento viene esclusa la possibilità di riunire il fascicolo sulla morte della bimba con quello, aperto lo scorso anno dalla Procura di Napoli, su Antonio Giglio, bambino di tre anni morto in circostanze simili. Antonio era il fratellino di Doriana, l’amichetta con cui Fortuna giocò la mattina della sua morte. Dagli atti dell’inchiesta, delegata al sostituto Urbano Mozzillo con il coordinamento dell’aggiunto Vincenzo Piscitelli, non emerge un’altra circostanza di cui spesso si è parlato: che anche ad Antonio mancasse una scarpa.