Francesca Masi, l'appello di mamma immunodepressa: "Se a scuola non indossate la mascherina io rischio la vita" Francesca Masi, l'appello di mamma immunodepressa: "Se a scuola non indossate la mascherina io rischio la vita"

Francesca Masi, l’appello di mamma immunodepressa: “Se a scuola non indossate la mascherina io rischio la vita”

L’appello di una mamma immunodepressa che spiega cosa rischia se a scuola non si indossa la mascherina.

Francesca Masi, mamma e psicologa di 45 anni, è affetta da mielofibrosi, un tumore del sangue. Due mesi fa si è sottoposta a un trapianto di midollo che l’ha resa immunodepressa. Per questo ha lanciato un appello affinché tutti comprendano l’importanza di indossare la mascherina.

Francesca Masi ha raccontato in un post su Facebook che suo figlio Galileo, che frequenta la quinta elementare in provincia di Pisa, è da poco tornato a scuola come tutti i bambini. 

Al suo bambino ha spiegato l’importanza di indossare la mascherina perché se dovesse portare a casa il coronavirus, per lei sarebbe la fine. 

“Se i compagni o gli insegnanti non indossano la mascherina e non prendono le precauzioni che ormai conosciamo tutti – ha scritto – io rischio la vita, dopo che una persona molto generosa (il donatore di midollo) e alcuni medici molto in gamba hanno lottato per salvarmi”.

L’appello a genitori e insegnanti

Quindi l’appello rivolto a tutti i genitori. “Perdete 10 minuti del vostro tempo e rendete consapevoli e responsabili i vostri figli rispetto alle norme igieniche straordinarie di questo periodo”. 

Raggiunta dal quotidiano la Stampa, la donna ha spiegato che “secondo i medici, i primi 100 giorni dopo il trapianto sono quelli più a rischio per virus e infezioni”.

Almeno in classe di Galileo, racconta, l’appello ha funzionato. “Le maestre sono state particolarmente attente, anche perché nella nostra scuola non sono l’unica mamma in condizioni di fragilità”.

Tutti hanno indossato la mascherina all’entrata, all’uscita e negli spazi comuni, “l’hanno levata solo in classe, una volta seduti al banco”, aggiunge.

Una esperienza positiva anche per il piccolo Galileo, che è rimasto colpito “dal fatto che non lo abbiano deriso, quando lui, di fronte alla maestra che domandava cosa si aspettasse da quest’anno scolastico, ha risposto semplicemente: che tutti rispettino le regole. Pensate cosa significa per un bambino di 10 anni”. (Fonte: La Stampa).

 

 

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