GENOVA – Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega Nord, è stato raggiunto la mattina del 14 gennaio da un ordine di sequestro di beni per 7,5 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha avviato le procedure di sequestro di beni mobili, immobili e delle proprietà riconducibili a Belsito su ordinanza della Procura di Genova.
Il Secolo XIX scrive che le accuse nei confronti di Belsito sono di appropriazione indebita dalle casse della Lega Nord:
“A inizio pomeriggio (13 gennaio, ndr) si è appurato che le indagini, svolte dal nucleo di polizia Tributaria di Genova e dirette dalla Procura del capoluogo ligure, hanno consentito di appurare che Belsito, «impossessandosi senza diritto di ingenti somme di denaro sottratte alle casse del partito», ha «goduto di un incremento patrimoniale sottraendolo a tassazione»: dalle indagini risulta che Belsito, nel biennio 2011-2012, si sia indebitamente appropriato di circa 7,7 milioni, cui corrisponde un’evasione fiscale di 2,4 milioni di euro. L’attività d’indagine ha permesso di individuare anche beni immobili e società, solo formalmente intestati a terzi, ma secondo la Finanza, «effettivamente nella disponibilità del Belsito».
L’inchiesta sui soldi della Lega
Il sequestro era stato chiesto dal tribunale alla fine dello scorso novembre: «Si dispone il sequestro preventivo – hanno scritto i componenti del collegio, Maria Letizia Califano, Simonetta Colella e Anna Ivaldi – di somme di denaro depositate sui conti correnti intestati a Francesco Belsito, nonché di libretti di risparmio, titoli, azioni, fondi o altri simili strumenti di investimento, di beni mobili custoditi all’interno di cassette di sicurezza di cui il Berlsito abbia la disponibilità, di beni immobili nonché di qualsiasi altro bene avente valore economico nella disponibilità di Belsito sino alla concorrenza dell’importo di 2 milioni e 451mila euro».L’ex cassiere leghista, dopo aver ottenuto (secondo gli investigatori con una truffa) quasi 60 milioni di finanziamento pubblico fra il 2008 e il 2010, ne aveva esportato una parte all’estero per misteriosi “investimenti” con la collaborazione di 2 faccendieri: la notizia fu rivelata dal Secolo XIX a dicembre 2011 e innescò le inchieste che fecero crollare il cosiddetto “cerchio magico” del Carroccio”.