Francesco Greco, ex pm Mani Pulite, nuovo procuratore Milano

Francesco Greco, ex pm Mani Pulite, nuovo procuratore Milano
Francesco Greco, ex pm Mani Pulite, nuovo procuratore Milano

MILANO – Francesco Greco, ex pubblico ministero di Mani Pulite, è il nuovo procuratore capo di Milano. Il Plenum del Csm (il Consiglio superiore della magistratura) lo ha nominato ad ampia maggioranza, con 17 sì. Succede ad Edmondo Bruti Liberati, andato in pensione sei mesi fa. 

Greco “è tra i massimi esperti nel settore dei reati economici“, anche per questo “è il candidato migliore per la guida della procura di Milano, in un contesto in cui l’economia connota le attività illecite”, aveva detto la relatrice Paola Balducci, esponendo le ragioni della sua proposta a favore della nomina del magistrato.

Greco in passato è stato titolare di importanti inchieste come quelle su Montedison, Enimont, Parmalat e le scalate bancarie.

Come sottolinea Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera,

La sua nomina rappresenta un segnale di continuità per la direzione dell’ufficio giudiziario più importante e nevralgico del Paese: non solo perché ancora una volta è stato scelto un candidato che proviene da quello stesso palazzo di giustizia, ma anche perché, fra i concorrenti rimasti in lizza, era considerato il più vicino all’ex procuratore Edmondo Bruti Liberati, andato in pensione nel novembre scorso.

Emilio Randacio su Repubblica traccia una breve biografia del procuratore:

 

Francesco Greco, classe 1951, napoletano di nascita, cresciuto a Roma, è figlio di un alto ufficiale della Marina. Entrato in magistratura nel 1977, è sempre stato pubblico ministero a Milano, occupandosi nel 1992 dei reati finanziari nel pool di Mani Pulite. In procura, è l’ultimo pm rimasto che ha lavorato durante Tangentopoli. Negli ultimi vent’anni, oltre che del caso Enimont, ha trattato le principali inchieste passate per il capoluogo lombardo.

Dallo scandalo Eni ed Enel Power – che ha coinvolto anche il gruppo Marcegaglia -, passando per il crac Parmalat e le scalate dei “furbetti del quartierino” – Bnl ed Antonveneta -, per finire allo scandalo sulla bancarotta del San Raffaele e della Fondazione Maugeri, che vede a processo per associazione a delinquere e corruzione l’ex presidente lombardo, l’attuale senatore Roberto Formigoni.

Dal luglio del 2008 è procuratore aggiunto, responsabile del secondo dipartimento che si occupa di reati finanziari e coordinando le indagini che hanno portato sotto inchiesta prima il gruppo Prada – risarcimento record al Fisco per 470 milioni di euro per l’esterovestizione della società -, poi Apple (318 milioni già risarciti), per finire a Google e Amazon.

Gestione cookie