ROMA – Secondo i pm, in quattro anni, era riuscito a mettere in piedi una sorta di fondo previdenziale parallelo, svuotando le casse dell‘Inps e arricchendo le tasche di una quarantina di complici. Per questo Francesco Paolo Zumbo, impiegato Inps, rischia di finire a processo insieme ad altri 43, accusati a vario titolo di truffa ai danni dello Stato, falso e accesso abusivo al sistema informatico. Della sua vicenda parla Michela Allegri sul Messaggero. Secondo il pm Giuseppe Deodato, scrive Allegri, Zumbo era la mente di un raggiro milionario andando avanti silenziosamente dal 2006 al 2011.
Scrive Allegri che, stando all’inchiesta, ad ognuna delle persone coinvolte era assegnato un compito specifico. Secondo l’accusa nella squadra c’era chi si occupava di procacciare avventori interessati ad arrotondare lo stipendio, chi fungeva da prestanome e chi, invece, si presentava allo sportello dell’ente di previdenza a battere cassa.
E qui arriva l’accusa diretta a Zumbo. Scrive Allegri:
Secondo l’accusa, grazie alla sua password personale da dipendente, il funzionario sarebbe riuscito ad accedere in modo abusivo all’interno del sistema informatico dell’istituto. Poi, inserendo una sfilza di dati falsi, avrebbe realizzato un malloppo di documenti fasulli, in modo da legittimare persone prive di requisiti ad avere diritto a pagamenti previdenziali, in realtà non dovuti.
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