GROSSETO – “Le scialuppe di salvataggio si bloccano se lo sbraccio non è corretto”. Lo ha detto Francesco Schettino in apertura della nuova udienza del processo in corso a Grosseto, sul naufragio della Costa Concordia, rilasciando una dichiarazione spontanea.
Accuse o più propriamente precisazioni che l’imputato non ha rivolto a nessuno in particolare, ma che indirettamente sembrano riferirsi ai marinai intenti a calare le scialuppe o forse alla struttura stessa della nave, o a chi l’ha progettata e dunque alla Costa Crociere.
Schettino è intervenuto per spiegare che
“le scialuppe di salvataggio possono scendere in acqua per gravità ma in una prima fase sono soggette allo sbraccio delle lance: i passeggeri devono prima essere imbarcati sulla lancia, che poi viene sporta fuori dai ponti della nave, poi quando raggiunge la verticale viene calata in acqua. Se l’operazione di sbraccio viene effettuata male, la lancia può incastrarsi al ponte sottostante, oppure se lo sbraccio non avviene in modo completo, la scialuppa può rimanere incastrata anche se non c’è sbandamento della nave”.
Schettino ne ha parlato dopo che per due udienze, quelle del 30 giugno e del 1 luglio, era emerso che i verricelli di sganciamento delle lance di salvataggio non riuscirono a funzionare perché non ricevevano sufficiente alimentazione elettrica. Circostanza dovuta sia all’immediata avaria di tutti i motori della nave per via della maxi-falla creatasi dopo l’urto, sia per il malfunzionamento del generatore di emergenza che, in sovraccarico, non riuscì a garantire una erogazione minima di energia.