GROSSETO – Francesco Schettino colpevole ma non andrà in carcere subito perché “non c’è pericolo di fuga”. L’ex capitano della Costa Concordia è stato condannato in primo grado a 16 anni e un mese di reclusione e al pagamento delle spese processuali per il naufragio del Giglio del 13 gennaio 2012. Schettino è stato interdetto per 5 anni come comandante di nave e anche condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Schettino e Costa Crociere sono stati condannati anche a risarcire in solido tutti i naufraghi che si sono costituiti parte civile nel processo. Tra questi anche la moldava Domnica Cemortan, a cui andranno – come gli altri – 30 mila euro.
Il tribunale di Grosseto ha altresì riconosciuto una provvisionale di 300 mila euro sia alla Regione Toscana che all’Isola del Giglio, anch’esse costituite parte civile al processo. In particolare il Giglio aveva chiesto una provvisionale di 20 milioni di euro. Risarcimenti anche alla Presidenza del Consiglio, alcuni ministeri, la Protezione civile.
La cronologia degli eventi, dal naufragio alle tappe del processo, fatta dall’Ansa:
13 gennaio 2012, ore 21.42: la Costa Concordia salpata Civitavecchia per la prima tappa di una crociera nel Mediterraneo, 4.229 persone a bordo, urta uno scoglio nei pressi del Giglio: sullo scafo, lato sinistro, si apre uno squarcio di 70 metri. La nave subisce un violento sbandamento e si arena su uno scalino roccioso: nell’incidente muoiono 32 persone. Gia’ nelle prime ore dopo il naufragio emerge, in negativo, la figura del comandante Francesco Schettino
16 gennaio 2012: e’ proprio su di lui che si concentrano le indagini: Schettino viene fermato, va prima in carcere poi ai domiciliari. Molti gli aspetti da chiarire: dal cosiddetto “inchino”, cioe’ una manovra di avvicinamento al Giglio per porgere una sorta di saluto, al comportamento del comandante durante il naufragio, all’invio di richiesta di soccorso
17 gennaio 2012: Schettino si difende dalle accuse di fronte agli inquirenti. Viene diffusa la sua telefonata dopo il naufragio con il capitano della Capitaneria di Livorno Gregorio De Falco: l’ordine di quest’ultimo a Schettino, quel “vada a bordo, c….”, fa il giro del mondo
10 aprile 2012: la Cassazione decide che Schettino resta ai domiciliari
18 giugno 2012: con le manovre per il ‘taglio’ dell’albero della nave, partono le operazioni di rimozione: esecutore del progetto un consorzio di imprese guidato dalla statunitense Titan e dall’italiana Micoperi.
5 luglio 2015: revocati i domiciliari a Schettino, obbligo di dimora a Meta di Sorrento.
20 dicembre 2012: chiuse le indagini sul naufragio, 8 gli indagati a cui viene notificato, tra cui Schettino: per lui le accuse sono di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave, omessa comunicazione dell’incidente alle autorita’ marittime.
15 gennaio 2013: medaglie d’oro al valor civile ai Comuni del Giglio e di Monte Argentario per gli aiuti offerti ai naufraghi. 10 aprile 2013: il gip accoglie la richiesta di Costa Crociere, che patteggia una sanzione da un milione di euro ed esce dall’inchiesta
22 maggio 2013: gup rinvia a giudizio Schettino per tutti i reati contestati. Revocato l’obbligo di dimora
20 luglio 2013: prime condanne per il naufragio: 5 coimputati patteggiano pene tra un anno e 6 mesi e due anni e 10 mesi 16 settembre 2013: parte il “parbuckling”, la rotazione della nave, sotto la direzione del sudafricano Nick Sloane. Il giorno dopo alle 4 del mattino l’allineamento e’ concluso: il capo della Protezione civile Franco Gabrielli annuncia la fine delle operazioni
30 giugno 2014: il Consiglio dei ministri annuncia che il relitto dovra’ essere demolito nel porto di Genova. Nei mesi precedenti erano state prese in considerazioni anche altre ipotesi, tra cui Piombino e un porto turco.
14 luglio 2014: terminate le operazioni di rigalleggiamento.
23 luglio 2014: la Concordia lascia in Giglio trainata da due rimorchiatori oceanici, il Blizzard e il Resolve Earl 27 luglio 2014: alle 11.38 entra nel porto di Genova.
11 febbraio 2015: sentenza del processo di primo grado.
Tutte le vittime del naufragio Costa Concordia, elencate da Wikipedia:
Dayana Arlotti, passeggera
Williams Arlotti, passeggero
Elisabeth Bauer, passeggera
Michael Blemand, passeggero
Tomás Alberto Costilla Mendoza, membro dell’equipaggio (cabin steward)
Maria D’Introno, passeggera
Sándor Fehér, membro dell’equipaggio (violinista)
Horst Galle, passeggero
Christina Mathilde Ganz, passeggera
Norbert Josef Ganz, passeggero
Giuseppe Girolamo, membro dell’equipaggio (batterista)
Jeanne Yvonne Gregoire, passeggera
Pierre André Émile Gregoire, passeggero
Gabriele Maria Grube, passeggera
Guillermo Gual Buades, passeggero
Barbara Ann Heil, passeggera
Gerald Frank Heil, passeggero
Egon Martin Hoer, passeggero
Mylene Lisiane Marie Théreèse Litzler, passeggera
Giovanni Masia, passeggero
Jean Pierre Micheaud, passeggero
Margarethe Neth, passeggera
Russel Terence Rebello, membro dell’equipaggio (cameriere di sala)
Inge Schall, passeggera
Johanna Margrit Schroeter, passeggera
Francis Servel, passeggero
Erika Fani Soria Molina, membro dell’equipaggio (cocktail waitress)
Siglinde Stumpf, passeggera
Maria Grazia Trecarichi, passeggera
Luisa Antonia Virzì, passeggera
Brunhild Werp, passeggera
Josef Werp, passeggero
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