Concordia. Schettino: “Non volevo scappare, sono caduto nella scialuppa”

Costa Concordia (Lapresse)

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – “Non sono fuggito, sono caduto nella scialuppa”, così Francesco Schettino, comandante della nave Costa Concordia si difende dall’accusa di aver abbandonato la nave, prima che il giudice per le indagini preliminari disponga per lui gli arresti domiciliari. Che fosse sugli scogli già a mezzanotte e mezza lo dimostrano le chiamate con la Capitaneria di porto, in cui sembra confuso e si contraddice più volte.

Davanti ai magistrati Schettino ribadisce che -se avesse voluto- sarebbe scappato, ma non sarebbe ciò che ha fatto. “Non è vero che sono scappato. Ero caduto accidentalmente fuori dalla nave sul tetto di una scialuppa e non sono più riuscito a risalire perché la scialuppa è rimasta appennellata, sospesa. Poi sono rimasto su uno scoglio del Giglio a coordinare le operazioni di sbarco, se avessi voluto fuggire lo avrei fatto…”.

Su cosa davvero è successo quella notte il comandante dice: “Dopo aver colpito lo scoglio mi accorsi che la nave non manovrava più, sperai nell’abbrivio per arrivare il più vicino possibile al Giglio, dove sapevo che c’era una secca…”.

Perché non ha dato l’allarme e ha aspettato così tanto tempo, almeno un’ora e quaranta secondo le ricostruzioni degli investigatori? “A un certo punto, constatata la situazione, ho dato l’allarme generale. Non ricordo se sono stato io a chiamare la sede della Costa crociere o sono stati loro a chiamare me, non ricordo quante telefonate ci furono, ma dai tabulati lo sparete con certezza…”.

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