FROSINONE – Ma quale Batman, figurarsi che Franco Fiorito era un bambino precocissimo,che a “a 3 anni leggeva già Topolino”. Per la sua mamma, Franco Fiorito è pulito. Un bravo ragazzo, uno che “ingrassa per il nervoso” per quell’inchiesta che lo vede accusato di peculato alla Regione Lazio. “Er Batman” per la mamma Anna Tintori è invece uno che “non ha mai fumato una sigaretta, non è mai andato in discoteca in vita sua, è un uomo perbene”, e sembra di sentire le lodi di mamma Rosa, la defunta signora Berlusconi che fino all’ultimo ha difeso il figlio dalle accuse. Franco Fiorito, dice ancora mamma Anna nell’intervista al Corriere della Sera, è “intelligentissimo, ha sempre studiato molto, in terza media venne promosso con eccellente” e, appunto, “a tre anni leggeva già Topolino”.
“Hanno rubato gli altri, Franco non è come Lusi, noi siamo benestanti e mio figlio ha un buono stipendio alla Regione Lazio: perché avrebbe dovuto rubare?”. Il cronista ricorda la storia del Batman di Anagni, ostriche e champagne… “Ma che dice, come vi permettete? Le ostriche, se mai, le hanno mangiate gli altri”.
“Noi, le dicevo, siamo una famiglia benestante. Mia madre era una donna in gambissima, era una commerciante, sapeva fare affari a differenza di me e comprò diverse case in giro da queste parti. Mio marito, Giuseppe, inoltre, che è morto a 60 anni di tumore, era un importante dirigente della Winchester di Anagni (la fabbrica americana di fucili, ndr) e guadagnava bene. Gli americani, ogni tre mesi, gli pagavano un doppio stipendio. Lui pure quando è morto ci ha lasciato una consistente eredità…”.
Ecco come continua l’intervista al Corriere:
Già, ma il conto cointestato a lei e suo figlio? “Guardi — dice Anna — io non lo so cos’hanno trovato la magistratura o la Finanza, che pure è stata qui a perquisirmi la casa, so solo che io mi ricordo benissimo di aver messo una firma, come avallo, alla Banca di Roma, tanti anni fa, per acquistare un appartamento qui ad Anagni a mio figlio. Una casa in un vicolo, che manco mi piace tanto. Eppoi l’unica casa di Roma, sottolineo l’unica casa di proprietà, la casa di via Catania, l’abbiamo comprata a Franco io e mio marito, quando lui studiava all’università. Andate a controllare, se non vi fidate”. E il villone al Circeo? “Ma quale villone, una villetta, io comunque non l’ho mai vista. Ma lo sa che Franco, quand’era sindaco di Anagni, ormai dieci anni fa, mica prendeva lo stipendio! Così noi genitori l’aiutavamo, che dovevamo fare sennò? Guardi, le faccio vedere quest’altra lettera in cui disposi di donare 30 mila euro a mio figlio per il suo compleanno. Ecco, sono questi i miei movimenti bancari. Perché pensate male?”. E i conti in Spagna? Centinaia di migliaia di euro… “Guardate che mio marito visse per dieci anni a Tenerife e laggiù fece tanti investimenti immobiliari”. La sorella Maria Grazia, che appare molto provata anche lei e durante il racconto piange come Anna e si dispera, osserva che il fratello di Franco, Andrea, giovane imprenditore e titolare tra l’altro di un sugherificio, «ha molte più proprietà di suo fratello, per dire. Ma voi avete voluto creare un mostro, Franco invece è un bravo ragazzo e ora ingrassa per il nervoso, perché è entrato in un ingranaggio più grande di lui…».
Infine il cronista racconta un gustoso retroscena:
Il colloquio è finito. Alla porta Anna Tintori, la mamma di Franco Fiorito, mi bacia sulle guance. I suoi occhi chiari all’improvviso s’illuminano: «Io credo a mio figlio — dice con un ultimo soffio di voce —. Spero che vinca la verità». In serata, Franco Fiorito ha inviato un sms al nostro cronista Ernesto Menicucci. Ecco il testo: «Un vostro giornalista ha aggredito mia madre, entrando con la forza in casa e sbattendola a terra dopo aver messo il piede nella porta per bloccarla e ora è al pronto soccorso dopo aver chiamato i carabinieri. Ora ve la prendete con le donne anziane?». Senza commento.
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