Il padre accusa: “Soccorsi due ore dopo”. Difesa diocesi: “Un’ora e mezza”

Franco Lori

PRATO – Colpa degli accompagnatori? Colpa dei soccorsi? Colpa di un difetto congenito del bambino? Dopo la tragedia le polemiche: si vuole capire perché Franco Lori è morto a undici anni dopo un attacco cardiaco mentre era in gita parrocchiale.

I genitori degli altri piccoli difendono gli accompagnatori e il parroco. Alcuni di loro puntano invece il dito contro i soccorritori: “Sono arrivati due ore in ritardo. Le telefonate sono partite alle 12:45 e i soccorritori sono arrivati alle 14:30”,  ha detto all’agenzia Ansa Letizia Nesti, madre di uno dei piccoli escursionisti. “Quel bambino era a terra privo di sensi, ha detto sempre la donna, e i soccorritori non arrivavano. Io non c’ero ma questo è quanto mi ha raccontato chi era là. Un bambino che ha chiamato il 118 si è sentito chiedere l’indirizzo di dove era successo. Ma che senso aveva? Erano su un monte. Avevano tutti i telefonini, siamo nel 2012, eppure l’elisoccorso è arrivato dopo due ore. Prima di dare colpe agli accompagnatori, chiediamoci se tutto questo è normale”.

A prendere le difese dei soccorritori ci pensa la Diocesi di Prato in una nota: “Il bambino si è sentito male a poca distanza da Cavagliano, all’altezza del bivio tra i sentieri segnati Cai 20 e 28” e ”non ha accusato alcun malore fino a quel punto della camminata. Improvvisamente, alle 12:45, il ragazzo ha mostrato segni preoccupanti di sofferenza e l’animatrice che si trovava con lui, persona che ha frequentato un corso di primo soccorso e dunque capace di apportare un primo intervento ha chiamato il 118. Contemporaneamente ha prestato i primi soccorsi. Il parroco, che si trovava alla testa della fila, ha immediatamente raggiunto il ragazzo. Già nella prima chiamata al 118 l’animatrice ha chiesto l’invio di un elicottero, visto che si trovavano a mezza costa sul monte. Nel frattempo il resto del gruppo ha raggiunto Cavagliano. Prima dell’arrivo dell’elisoccorso dei Vigili del Fuoco e del medico insieme ai volontari Vab arrivati via strada – prosegue la ricostruzione – sono state fatte quattro telefonate con richiesta di aiuto al 118 e una ai Pompieri. I soccorsi sono stati prestati alle 14,30, un’ora e mezzo dopo la prima chiamata”.

Anche la procura, che ha aperto un’inchiesta sulla morte del piccolo Franco, difende gli accompagnatori: secondo i procuratori gli accompagnatori avrebbero attivato i soccorsi quando si sono accorti che non riuscivano a ”trattare autonomamente il bambino”. Sui soccorritori la procura è meno netta: ”I tempi con cui i soccorritori ieri hanno raggiunto la gita parrocchiale nel pratese dove è morto il bambino non necessariamente sono imputabili all’organizzazione dell’intervento”.

 

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