Fredy Pacini uccide ladro: il moldavo era latitante e girava col nome della moglie

Fredy Pacini, ladro ucciso era un latitante: girava col nome della moglie
Fredy Pacini uccide ladro: il moldavo era latitante e girava col nome della moglie (Foto Ansa)

AREZZO – L’uomo ucciso da Fredy Pacini non si chiamava Tonjoc, ma Mircea Vitalie. Il ladro moldavo aveva numerosi precedenti penali per furto ed era latitante dopo un ordine di carcerazione della procura di Milano. Questo il nuovo colpo di scena nella vicenda che vede l’esasperato gommista di Monte San Savino, in provincia di Arezzo, sparare al ladro entrato nella sua officina che era stata colpita già da 38 furti. Intanto Pacini ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti in attesa dei risultati dell’autopsia.

Pacini è apparso distrutto per quanto accaduto e durante l’interrogatorio del 30 novembre con il pm che segue il caso è scoppiato a piangere, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali vogliono attendere la relazione sull’autopsia che sarà disponibile tra 60 giorni. A sorpresa però è l’identità della vittima. Vitalie Tonjoc non è il vero nome del ladro moldavo deceduto: l’uomo di 29 anni utilizzava un passaporto con il cognome della moglie. Il suo vero nome è Mircea e la procura di Milano lo stava cercando da tempo per portarlo in prigione. 

La decisione di non parlare con gli inquirenti ha lasciato tutti spiazzati, in molti credevano che l’uomo avrebbe ricostruito quanto accaduto nella ditta la notte del 28 novembre. A parlare per lui sono gli avvocati Giacomo Chiuchini e Alessandra Chelia: “Fredy Pacini si è avvalso della facoltà di non rispondere non perché non vuole rispondere al pubblico ministero ma perché vuole aspettare che il medico legale depositi la relazione sull’autopsia per cui ha preso 60 giorni. Abbiamo ritenuto opportuno che fosse prematuro rilasciare dichiarazioni, soprattutto al pubblico ministero, in questo momento. Inoltre c’è bisogno di un nuovo sopralluogo, posto che ci sono delle dinamiche da comprendere meglio sulle traiettorie. Con queste risultanze, c’è necessità di prendere i nostri tempi”. 

Il motivo, secondo il quotidiano Il Tirreno e confermato dai legali, è che sulla traiettoria del proiettile ci sono al momento “tre ipotesi alternative”. Il colpo mortale che ha lesionato l’arteria femorale e provocato la morte per dissanguamento infatti non è arrivato frontalmente, ma d una angolazione diversa. Una perizia balistica potrebbe chiarire ad esempio se Pacini ha sparato direttamente al moldavo o se c’è stato un rimbalzo di proiettile. Il titolare della ditta è profondamente provato, dicono i legali: “Verranno fatte dichiarazioni solo davanti al pubblico ministero, con cui ci siamo concordati, con la consulenza medica in mano e il sopralluogo che dovrà essere fatto nei prossimi giorni”. 

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