ROMA – Frutta e verdura, sono andati a domandarlo a tremila italiani scelti non a caso ma secondo i criteri della rappresentatività del campione statistico. Insomma hanno fatto un sondaggio su base scientifica, un sondaggio mirato a sapere che sapore hanno secondo chi li consuma. Che sapore hanno oggi, qui e adesso in Italia, frutta e verdura fresche.
L’hanno chiesto a quelli e quelle che fanno la spesa e mettono in tavola. E a chiederlo sono stati praticamente i diretti interessati, insomma quelli che frutta e verdura producono. E la risposta non è stata delle più belle e confortanti, la risposta è stata che secondo un italiano su tre frutta e verdura ritiene che il sapore sia peggiorato.
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Riflesso immediato di questo sentire al palato dei consumatori il calo del valore del prodotto e i consumi fermi in quantità. Osservatorio Ismea e Agroter hanno rilevato che il 33 per cento dei consumatori considera la frutta che oggi compra al palato più cattiva o meno saporita di quanto non si aspettasse all’atto dell’acquisto. Esempio massimo le fragole: risultano di sapore cattivo o nullo al 54 per cento dei consumatori. Ma anche le albicocche non scherzano: cattive a mangiarle secondo il 36 per cento di chi le compra.
Peggio ancora per i pomodori: dal sapore discutibile comunque peggiorato secondo il 56 per cento dei consultati. Sapore di frutta e verdura fresche così poco apprezzato che risulta che sapore di verdure surgelate e marmellate alla frutta sia ritenuto migliore di quello dei prodotti freschi. Insomma per moltissimi consumatori la frutta fresca che viene comprata non sa di nulla o quasi.
Consolazione, non da poco: frutta e verdure fresche italiane all’estero vanno che è un piacere: più 2,5 per cento l’ultimo anno censito. Sarà perché all’estero (il 42 per cento dei nostri prodotti vanno in Germania) non hanno poi questo gran palato abituato a frutta e verdura fresche?
Domanda: il trovare sapore peggiorato dei frutta e verdura fresche è sicuramente da attribuire all’indubbio calo della qualità dei prodotti messi sul mercato, ma quanto ci mette lo zampino il “non c’è più la frutta di una volta signora mia”, quanto il malumore del vivere che caratterizza il nostro sentir comune per così dire avvelena anche i palati?