In Sardegna ci sono 31 piccoli paesi a rischio estinzione, 31 borghi che fra 40-60 anni potrebbero diventare altrettanti villaggi fantasma, se non intervenisse una decisa inversione di tendenza. L’allarme è stato lanciato dal Collettivo Sardarch che ha organizzato il convegno “Spop” poi ripreso dalla Nuova Sardegna.
L’isola si sta spopolando nelle sue aree interne. Solo in 99 Comuni su 377 sono aumentati i residenti: tutti nelle zone costiere. Nei restanti 276 gli abitanti stanno diminuendo e in particolare in 31 fra qualche decina di anni non ci sarà più un’anima. I primi a “morire” potrebbero essere Monteleone Rocca Doria (107 abitanti in provincia di Sassari) e Sorradile (402 residenti, Oristano).
Così come Martis (536 ab., Sassari), Montresta (513, Oristano), Padria (722, Sassari), Nughedu San Nicolò (828, Sassari), Giave (568, Sassari), Gerrei di Armungia (481, Sud Sardegna), a Ula Tirso (560, Oristano), Soddì (118, Oristano), a Baradili nella Marmilla (Oristano), il paese sardo con meno abitanti (in uno dei paesaggi collinari più belli): 84 anime.
È sempre più difficile per i sardi residenti in questi piccoli borghi vivere senza i servizi di base: niente scuole, niente poste, niente guardia medica. Naturale quindi che le persone si spostino verso gli agglomerati urbani più grandi, dove la vita è un poco più semplice.
Fra 40 e 60 anni poi resteranno senza un residente paesini come Bortigiadas (789, Olbia-Tempio), Borutta (286, Sassari), Anela (673, Sassari) e Mara (632, Sassari). “Moriranno” anche Villaverde (354, Oristano), Villa Sant’Antonio (357, Oristano), Simala (355, Oristano), Ruinas (669, Oristano), Seulo (848, Sud Sardegna), Esterzili (667, Sud Sardegna), Anela (673, Sassari), Ardauli (913, Oristano), Aidomaggiore (466, Oristano), Ballao (831, Sud Sardegna), Cheremule (469, Sassari), Nughedu santa Vittoria (497, Oristano), Sini (496, Oristano) e Ussassai (575, Nuoro).
Persi cinquemila abitanti nello scorso anno, nel 2016 si va al raddoppio. Ma c’è chi reagisce. Un gruppo di giovani architetti del Collettivo Sardarch, a Cagliari, nel Cenacolo della Fondazione di Sardegna, ha fatto discutere per un’intera giornata di questa “tragedia demografica”. Presentando il convegno “Spop”, il ricercatore Nicolò Fenu ha detto che «così continuando non si perdono solo i paesi ma anche le persone». In una documentata (e graficamente ben fatta) pubblicazione di supporto al meeting, un architetto che conosce l’isola palmo a palmo, Sandro Roggio, invoca un cambio di passo perché «nessuno creda che ci basti un ripiego che so, l’itinerario attrezzato delle ghost town per i turisti nei giorni no-mare».