Aidaa ha presentato un esposto contro l’abbattimento dei due lupi in Trentino. Gli animalisti dell’associazione hanno infatti inviato un esposto contro il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti in relazione al decreto firmato nei giorni scorsi che prevede l’abbattimento di due lupi del branco che si aggira nei pressi delle malghe del comuune di Ala.
Animalisti contro abbattimento lupi in Trentino
Nel loro esposto – si legge in una nota – gli animalisti di Aidaa chiedono alla Procura “di verificare la validità del decreto firmato da Fugatti in quanto i lupi sono specie protetta e poi ci potrebbero essere carenze indicative sui due specifici lupi”.
Secondo gli animalisti – che sono pronti a trasformare l’esposto in una denuncia penale – con questa firma il presidente Fugatti avrebbe violato le norme e le leggi che proteggono i lupi e gli altri animali selvatici ed anche il decreto Caccia Libera in vigore dallo scorso inizio mese di luglio. Gli animalisti di Aidaa – si legge ancora nella nota – stanno inoltre valutando un azione europea contro il presidente del Trentino “reo di creare danni irreparabili alla biodiversità sia nella sua regione che nel resto dell’apparato alpino”.
Cosa è successo
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un’ordinanza per la rimozione tramite abbattimento di due esemplari di lupo nella zona di Malga Boldera, nel Comune di Ala. Il decreto, che ha ricevuto il parere favorevole dell’Ispra, è dovuto al numero di predazioni di animali da allevamento nella zona.
Si tratta del primo caso in Italia di prelievo tramite abbattimento di due esemplari di lupo. Malga Boldera, di proprietà del Comune di Ala, è gestita dalla locale Società allevatori, ha una superficie a pascolo di 64 ettari ed è dotata di un recinto elettrificato in funzione anti lupo. Nonostante ciò, dallo scorso 3 giugno i lupi sono riusciti a capire come superare indenni i cavi ad alta tensione, predando 16 bovini e due asini.
Secondo Ispra, la rimozione di due esemplari “non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige” (dove nel 2022 si segnalavano la presenza di 29 branchi), mentre il prelievo appare coerente sia con la legge provinciale di riferimento, sia con la direttiva Habitat.
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