MILANO – Una folla composta ha assistito, martedì mattina nella basilica milanese di San Vittore, ai funerali di Giorgio Bocca, giornalista scomparso il 25 dicembre all’età di 91 anni. Sono stati, come richiesto dalla famiglia, funerali in forma privata, senza discorsi di personaggi pubblici.
Tutti hanno applaudito e qualcuno ha intonato ‘Bella ciao’ mentre il carro funebre con la bara di Bocca si allontanava dalla Basilica di San Vittore in Corpo.
Tanti gli esponenti del giornalismo presenti alle esequie; dal direttore di Repubblica Ezio Mauro, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, il presidente dell’ANSA e della Fieg Giulio Anselmi, Roberto Natale della Fnsi, il procuratore di Torino Giancarlo Caselli, Marco Travaglio, Daria Bignardi e Ottavio Missoni con la moglie.
La salma di Bocca sarà cremata e nei prossimi giorni le ceneri verranno tumulate in Val d’Aosta.
“Bocca – ha detto durante l’omelia don Roberto Vignolo, sacerdote lodigiano amico della famiglia – era un partigiano della parola, un aristotelico con i piedi ben piantati per terra”. Ha sempre difeso la distizione tra fatti e opinioni – ha aggiunto don Vignolo – potremmo paragonarlo ad un grande tiratore di fioretto o di sciabola, qualcuno che ha veramente creduto nel lavoro che ci consente di fare la parola”.
“La sua parola – ha detto ancora Don Vignolo – era abrasiva. Era sicuramente consapevole, come diceva Montaigne, di non scrivere per blandire il suo interlocutore, ma per scuoterlo e persino per ferirlo e suscitare una reazione. E questa è una eredità umanissima e profondamente cristiana”.