ROMA – Allarme funghi velenosi in Italia: a ottobre sono stati fatti 6 trapianti di fegato a seguito di avvelenamento da fungi. Una leggerezza che può costare la vita. Raccogliere e mangiare funghi senza averli fatti prima controllare da esperti micologi può essere molto rischioso. Le specie velenose sono infatti numerose e, dopo i decessi delle ultime settimane, il ministero della Salute mette in guardia invitando alla prudenza.
Alcune specie di funghi, come la famiglie delle amanite, contengono infatti tossine velenose che hanno l’effetto di distruggere le cellule del fegato, determinando epatiti fulminanti. In questi casi, spiega il direttore del Cnt Alessandro Nanni Costa, l’unica via possibile è appunto il trapianto di fegato. I sintomi dell’avvelenamento, con vomito e forti disturbi gastro-intestinali, si manifestano da poche ore fino a 24 ore dopo il consumo dei funghi velenosi. I tempi per poter agire sono, ovviamente, abbastanza stretti: di solito si procede al trapianto entro le 36 ore successive all’insorgenza dei sintomi di epatite, anche se oggi, spiega Costa, ”sono disponibili metodiche artificiali in grado di ‘detossificare’ il fegato dalle tossine rallentando la fase acuta, lasciando così un margine d’azione di alcune ore. Molto, però – precisa l’esperto – dipende naturalmente dalla quantità di tossine ingerite e dalla reattivita’ del soggetto”.
Nel solo mese di ottobre, sei i trapianti effettuati per avvelenamento da funghi: un caso, rileva il Cnt, ha riguardato anche una bambina di 2 anni trapiantata agli Ospedali riuniti di Bergamo. Gli altri trapianti sono stati effettuati in un ragazzo di 30 anni trapiantato al Policlinico Gemelli di Roma, un giovane di 28 anni operato a Bologna e due pensionati di Pavia. Lo scorso 22 ottobre, inoltre, un’intera famiglia di Pisa (madre, padre e figlia) è deceduta dopo aver consumato funghi. Ogni anno, in Italia sarebbero tra i 600 ed i 1.300 i casi di avvelenamento.
L’intossicazione da funghi, avverte il ministro della Salute Renato Balduzzi, ”non va sottovalutata e bisogna essere più consapevoli del rischio che si corre consumando funghi non controllati o controllati da persone non qualificate”.
Sul sito del ministero, aggiunge, si può reperire l’elenco degli Ispettorati micologici sul territorio nazionale a cui i consumatori possono rivolgersi in caso di dubbi e l’elenco delle strutture ospedaliere di riferimento per le intossicazioni da funghi. Pertanto, per evitare i rischi, avverte il ministro, ”non si devono consumare i funghi, anche se si ritiene di saperli riconoscere, senza averli fatti prima controllare dal micologo professionista presso il locale Ispettorato micologico della Asl”.