Funivia Mottarone, la figlia di Vittorio Zorloni: “Me li avete ammazzati. Non ci sarà mai perdono”

“Me li avete ammazzati e a questo, mi spiace, non ci sarà mai nessun tipo di perdono”. Così in una storia su Instagram ha scritto Angelica Zorloni, primogenita di Vittorio morto insieme alla compagna Elisabetta Persanini e al loro figlio di 5 anni Mattia nella tragedia del Mottarone.

La storia – con la foto della famiglia sorridente – è stata postata dopo la notizia dei tre fermi per l’incidente della funivia che ha causato la morte di 14 persone.

Funivia Mottarone, i tre fermati “hanno ammesso di aver lasciato il forchettone annulla freni”

Le tre persone fermate per l’incidente della funivia che da Stresa sale al Mottarone hanno “ammesso di aver lasciato il forchettone che annulla il freno di emergenza“. Questo quanto detto dal comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, il tenente colonnello Alberto Cicognani. “Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso”, dice l’ufficiale dell’Arma ai microfoni di Buongiorno Regione, su Rai Tre. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la forchetta, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”.

Funivia Mottarone, i tre fermati

A tre giorni dalla tragedia del Mottarone in cui sono morte quattordici persone, tra cui due bimbi, ci sono tre fermati. Si tratta del proprietario della società che gestisce l’impianto, la Ferrovie Mottarone srl, il direttore e il capo operativo del servizio. A disporre il fermo è stato il procuratore della Repubblica di Verbania in seguito all’analisi della cabina precipitata e agli interrogatori.

Un confronto di oltre dodici ore con dipendenti e tecnici dell’impianto convocati nella caserma dell’Arma, a Stresa, dal pomeriggio di ieri. Persone informate sui fatti, in un primo momento. Ma già ieri sera, con l’arrivo dei primi avvocati, la posizione di alcuni di loro è cambiata. L’analisi dei reperti ha infatti permesso di accertare che “la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”.

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