Protesta in via Cristoforo Colombo a Roma vicino alla zona rossa dell’Eur, l’area di massima sicurezza per il G20. In 50, manifestanti del Climate Camp, erano seduti sulla corsia centrale della Colombo, bloccando il traffico in direzione centro.
Le forze dell’ordine sono intervenute allontanando i manifestanti dalla sede stradale. Gli attivisti si sono lasciati sollevare di peso facendo resistenza passiva.
Liberata la corsia centrale i manifestanti hanno continuato a occupare la corsia laterale, seduti o sdraiati sull’asfalto. “Se non cambierà bloccheremo la città”, hanno urlato gli attivisti del clima. Sul posto blindati e agenti in tenuta anti sommossa.
G20 Roma, i manifestanti verso il ministero
“La catastrofe arriva, è tempo di agire” e “Da Roma a Glasgow le vostre iniziative sono il problema”: questi alcuni degli slogan scanditi dagli attivisti di Climate Camp, nel frattempo partiti in corteo sulla Colombo e diretti al Ministero della Transizione ecologica, sempre scortati dalle forze dell’ordine.
“Ci dirigiamo al ministero che è l’esempio di quello che non vogliamo. Una transizione ecologicamente finta”, ha detto uno dei manifestanti. “Se non cambierà bloccheremo le città”, urlano i manifestanti.
G20 Roma, la protesta del Climate Camp
“Come Roma Climate Camp, abbiamo deciso d’intervenire, di prendere parola e alzare la voce, di bloccare questa arteria cittadina e catturare l’attenzione”, scrivono gli attivisti in una nota, “perché quanto si sta decidendo, a porte chiuse e senza agende pubbliche, nel vertice conclusivo del G20 è completamente inadeguato rispetto agli scenari catastrofici che vediamo delineati nel presente e nel futuro su questo pianeta”.
“Per questo stiamo bloccando in modo nonviolento via Cristoforo Colombo”, spiegano i manifestanti. “Perché è la via che conduce a un vertice che contestiamo senza appello. Perché è qui che ha sede il Ministero della Transizione Ecologica, che ha dimostrato in questi mesi di essere uno strumento ipocrita”.
Dopo l’intervento della polizia i manifestanti hanno lasciato la carreggiata e si sono seduti sul marciapiede all’altezza del ministero della Transizione Ecologica. Ma assicurano: “La protesta continua”.