ROMA – Durante il G8 del 2001 “Genova venne devastata, la vita dei genovesi turbata” quindi bisogna “confermare le condanne” per i 10 no global a processo: questa la richiesta del procuratore generale della Cassazione Pietro Gaeta durante l’ultimo grado di giudizio del processo ai 10 manifestanti no global giù condannati in secondo grado.
I 10 No-Global sono stati finora condannati a 98 anni e nove mesi di reclusione complessiva. Se la Cassazione dovesse accogliere la richiesta del pg, gli imputati andrebbero in carcere, perche’ hanno solo tre anni condonati.
”Per la vastità dei fatti accaduti – ha detto Gaeta durante la sua requisitoria – le devastazioni compiute a Genova durante il G8 si collocano verso i vertici di una ipotetica scala di gravità sociale del reato e la partecipazione agli atti criminosi di questi 10 imputati non trova la minima giustificazione”.
”Non c’è dubbio che durante il G8 di Genova fu messa in discussione, dal profondo devastamento subito dalla città, la vita pacifica dei genovesi – dice ancora Gaeta – Per Gaeta i vandalismi di parte dei manifestanti assunsero una forma di realizzazione sistematica: le strade furono disselciate per lanciare le pietre, le vetrine rotte per lanciare le molotov, i bancomat sfondati per rubare i soldi e i cassonetti usati come trincee urbane”.
Il pg, inoltre, ha sottolineato come ”dove c’è devastazione, non ci puo’ essere altra libera manifestazione del pensiero, quindi questo reato e’ perseguito da una norma garantista a tutela delle garanzie costituzionali dei cittadini”. Con questo passaggio, il pg ha superato le obiezioni delle difese, che accusano il reato di essere nato nell’era fascista e di risentire di quella temperie.
Gaeta ha proseguito affermando che ”chi sfonda una vetrina per lanciare dentro una molotov, ha la consapevolezza che il suo gesto produce un esito ulteriore a quello del semplice danneggiamento, perché la vetrina non viene sfondata con un’azione fine a sé stessa ma per lanciare la molotov con la quale viene messo in pericolo l’ordine pubblico”.
Secondo il pg, poi, ”tutto quello che accadde a Genova fu lesione dell’ordine pubblico, e mi riferisco anche a quello che hanno fatto gli imputati usciti dal processo”, con riferimento alle ‘tute bianche’ dei Disobbedienti di Luca Casarini, prosciolte e prescritte in appello.