Gaetano Pecorelli ritrovato dopo nove mesi: “Ho simulato la morte con l’aiuto di un prete. Cercavo un tesoro a Montecristo”

Dopo il crac è fuggito in Albania poi ha inscenato il suo omicidio con l’aiuto di un prete, e infine è riapparso in Italia nelle acque dell’isola di Montecristo dove si è recato per cercare un non precisato tesoro. Gaetano Pecorelli, imprenditore umbro ed ex arbitro ad Arezzo, ha raccontato oggi i mesi della sua scomparsa sulle pagine del quotidiano La Nazione.

Le parole di Gaetano Pecorelli

“Ero perseguitato da creditori e dipendenti – ha affermato -. Saranno stati in cinquanta. Ero senza un euro. Manco per la benzina”.

“In Albania – spiega ancora Pecorelli – ho cercato un’ultima possibilità: prima a Scutari e Tirana tentando di vendere prodotti per capelli e un macchinario da 100mila euro”.

Poi si è recato a Puke: “Ho cercato un parroco per confessarmi e togliermi la vita” racconta. Il religioso però gli avrebbe dato l’idea di inscenare l’omicidio, gettando l’auto in un dirupo e usando delle ossa prese da un ossario comune. Poi si è spostato a Valona: “Sono stato lì, ma dal 7 maggio – dichiara ancora Pecorelli a La Nazione -. Con la comunità religiosa era emersa la questione del tesoro. Sapevo che avrei dovuto affrontare 27 miglia in mare aperto al Giglio, quasi una follia, quindi dovevo essere preparato”.

Il rientro in Italia

Il 12 settembre il rientro in Italia: “Per il tesoro – spiega l’imprenditore -. Sono arrivato a Roma con l’autobus dei pellegrini. Ho prelevato i soldi al bancomat e sono andato a Grosseto e quindi al Giglio. Il martedì ho noleggiato il gommone e ho fatto il viaggio verso Montecristo“.

Pecorelli afferma poi di aver effettivamente trovato il tesoro: “Ho cercato l’esperto in numismatica – dice -. Ha detto ‘è incredibile quello che hai trovato’. Il 23 settembre avevamo appuntamento in un hotel di Arezzo. Però mi hanno beccato”.

Gestione cookie