ROMA – Gaia Tortora dice no. Rifiuta le scuse del pm Diego Marmo, il magistrato che 30 anni fa tentò di far condannare suo padre Enzo Tortora. E il perché lo scrive e lo spiega su Facebook. Perché facile e sillabato in un “30 an..ni”. Troppi, secondo la figlia di Tortora, per chiedere scusa.
Scrive Gaia Tortora:
“Scrivo qui queste poche righe perché stanca di parlare. Stanca di spiegare. Stanca di pensare che anche questa volta le mie parole potrebbero essere ridotte o interpretate. Lo faccio qui ad uso e ‘consumo’ di tutti. Di quelli che mi vogliono bene e anche dei colleghi che puntualmente mi cercano. Quelli di cui riconosco il pudore nell’avvicinarmi e quelli che ancora oggi non smettono di stupirmi per la sciatteria e l’insensibilità”.
“E’ tardi. È troppo tardi. Ci sono stati 30 an…ni in mezzo. Ma se avesse ammesso di aver sbagliato prima non avrebbe ottenuto le sue promozioni”.
“E ora forse – prosegue la figlia di Tortora, giornalista e conduttrice del TgLa7 – la sua ennesima poltroncina traballa sotto il peso delle polemiche. Provo compassione e pena per chi ha giocato con la vita di un uomo innocente”.
“Chiedo ai politici di destra e sinistra di smetterla di dire cosa sarebbe bene per Tortora. Senza mai porsi il problema di cosa provocano le loro esternazioni in noi. Chiedo al governo di fare una riforma della giustizia che abbia un senso e dia una dignità alla parola giustizia. Dignità. Una parola – conclude Gaia Tortora – di cui quegli ominicchi, come ci ha insegnato il grande Sciascia, non conoscono probabilmente neanche il significato”.