Gardaland, una mamma denuncia: “Mia figlia allontanata da una giostra perché down”

Si chiama Lucrezia, 10 anni, affetta da sindrome di Down, la bimba protagonista di un nuovo caso di discriminazione al parco di divertimenti Gardaland, come è stato denunciato ieri a Roma dalla mamma, Cristina Cantoni, in occasione della giornata nazionale promossa da Coordown. Alla ragazzina, per i motivi di sicurezza che vigono nel parco, è stato impedito di salire nella Magic House, la casetta con il pavimento che trema, perché portatrice di un ritardo intellettivo.

L’episodio, l’ennesimo di una serie denunciata dal Coordown, risale al 29 dicembre 2009, ma la donna, un’impiegata romana, lo ha reso noto solo ora. La famiglia, padre, madre e quattro bimbe, di cui Lucrezia è la più grande, aveva già compiuto diversi giri sulle altre attrazioni di Galdaland. Ma quando ha fatto per accedere alla Magic House, un inserviente del parco ha bloccato madre e figlia, spiegando che la bimba non poteva entrare. La donna ha chiesto spiegazioni, ma alla fine – racconta – è stata Lucrezia a voler lasciar perdere: ”mamma andiamo via, non fa niente…”.

”Non è questo il primo caso a Gardaland e non sarà l’ultimo – rileva la signora Cantoni – Attraverso ‘Pianeta Down’, un’associazione nata da un forum internet di genitori, abbiamo raccolto decine di segnalazioni di altre famiglie di ragazzi down”. ”La cosa ingiusta – prosegue – è che il divieto delle giostre ‘pericolose’ scatta per motivi somatici, per il viso dei bambini che denunciano il ritardo intellettivo. Ho avuto notizia di un caso contrario, dal papà di un ragazzo gravemente cerebroleso, che non mostrando sul volto o sul fisico i segni del suo handicap è stato fatto salire su ogni attrazione”.

”In tutti i parchi di divertimento del mondo – conclude Cantoni – non c’è un divieto per i disabili, la scelta di entrare o meno in una giostra viene lasciata all’accompagnatore della persona. Ma la soluzione, proposta da Coordown e respinta da Gardaland, potrebbe essere quella di far firmare agli accompagnatori una liberatoria che sollevi il parco da eventuali responsabilità”.

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