Garlasco: “Stasi voleva disfarsi ad ogni costo del corpo”

MILANO, 29 NOV – Gettare il cadavere di Chiara Poggi ”giu’ dalle scale della cantina” e’ un gesto che ha come significato ”il massimo dispregio, il volersi disfare ad ogni costo con rabbia e con stizza (…) di un corpo che si frappone tra lui”, Alberto Stasi, ”e i suoi obiettivi, come se fosse soltanto un inutile intralcio”. Lo scrive il pg di Milano Laura Barbaini nella memoria depositata la scorsa settimana alla Corte d’Assise d’Appello davanti alla quale si sta celebrando il processo di secondo grado nei confronti di Alberto Stasi, il giovane assolto in primo grado e ora in attesa di essere giudicato in secondo grado per l’omicidio della sua fidanzata, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.

Il sostituto procuratore generale, che martedi’ scorso ha chiesto di condannare Stasi a 30 anni di carcere, nel contestare l’aggravante della crudelta’ ha scritto: ”l’autore del fatto, Alberto Stasi, non solo ha colpito al capo piu’ volte e con forza Chiara, sfondandole il cranio, ma non si e’ accontentato e ha commesso un ulteriore gesto”, e cioe’ ha gettato il ”il corpo ormai inerte” della ragazza ”giu’ dalle scale della cantina”.

Gesto che per la pubblica accusa significa ”il massimo dispregio, il volersi disfare ad ogni costo con rabbia e con stizza di Chiara, senza alcun momento di pietas”, che contraddistingue ”l’uomo comune”. E ancora: ”Chiara evidentemente costituisce un intralcio da viva e quindi la uccide; – si legge ancora nella memoria – costituisce un intralcio il corpo da morta per cui se ne libera, lo deve buttare ed agisce come se avesse il diritto di buttarlo giu’ per le scale del vano cantina”.

Il pg, nel ritenere Stasi responsabile dell’omicidio, ha collocato il delitto tra le 9.12 e le 9.35 della mattina del 13 agosto di quattro anni fa ritenendo che in 23 minuti l’assassino ha potuto commettere il delitto. Inoltre ha sostenuto come sia impossibile che l’ex studente bocconiano non si sia sporcato di sangue le suole delle scarpe dopo essere entrato nella villetta dei Poggi, aver trovato il cadavere della fidanzata, ed essere riuscito per dare l’allarme. Per questo ha chiesto anche nuovi accertamenti tecnici.

La difesa di Stasi, venerdi’ scorso, ha chiesto per la seconda volte l’assoluzione del giovane ”perche’ e’ innocente”. Il prossimo 6 dicembre i giudici entreranno in camera di consiglio per uscire o con il verdetto o con un’ordinanza con cui riaprire il caso e disporre ulteriori perizie.

”Poichè non è sparito alcuno degli oggetti di casa Poggi, e’ ragionevole ritenere che l’assassino puo’ avere portato l’arma del delitto con se’. Poiche’ l’arma del delitto non e’ presente sulla scena del crimine, posto che nulla risulta mancante, e’ quindi stata portata da fuori”. Lo scrive il sostituto procuratore generale Laura Barbaini. Il pg, che ha chiesto 30 anni di carcere per l’ex studente bocconiano, nella sua ricostruzione ritenendo che l’assassino per colpire non abbia utilizzato ”il primo oggetto che gli e’ capita sotto mano” ha sostenuto ”quasi del tutto non plausibile il dolo d’impeto”.

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