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Gatta uccisa ad Aulla: il campione di tiro Alberto Caroselli assolto in Appello

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Gatta uccisa ad Aulla: il campione di tiro Alberto Caroselli assolto in Appello

GENOVA – La Corte di appello di Genova assolve Alberto Caroselli, campione di tiro pluripremiato. Secondo i giudici liguri, diversamente da quanto sostenuto dal pensionato che lo ha denunciato, non ha ucciso nessuno dei sette gatti di proprietà dell’anziano, tutti morti nel giro di poco tempo.

I FATTI.

Nel gennaio 2015 il giudice monocratico Fabrizio Garofalo assolve Caroselli per la morte di sei gattini, ma lo condanna, in primo grado, a 4 mesi di reclusione (con sospensione della pena) e quattromila euro di multa per avere ucciso Nuvola, una micia di un anno e mezzo, l’unica per la quale è stata effettuata, a spese del pensionato, l’autopsia. Autopsia che ha accertato, come causa di morte, un pallino sparato da una carabina. Mercoledì, invece, ad esprimersi sulla morte della gattina è la terza sezione penale della Corte di appello di Genova. Il collegio pronuncia una sentenza di assoluzione del campione di tiro perché – spiega – il fatto non costituisce reato. Le motivazione di quella sentenza saranno depositate nei prossimi quindici giorni.

Come scrive Il Tirreno:

Certo è che la morte della gatta, come già accertato in primo grado, è stata causata da un pallino, ma – la difesa lo ha ribadito in appello – non esistono testimoni che abbiano visto Caroselli puntare l’arma contro il felino. Non solo – e l’avvocato Carabelli lo puntualizza più volte – l’abitazione del proprietario dei gatti è vicina a quella del campione di tiro, a Bibola, e del suo piccolo poligono. Poligono a cui – a descrivere lo stato di fatto dei luoghi di fronte alla terza sezione è il comandante dei carabinieri – accedono liberamente una ventina di persone. Non solo, per i gatti – questo emerge in corte di appello – entrare in poligono, non è impresa ardua. Se, dunque, è provato che Nuvola sia morta per un pallino, non è provato – da qui l’assoluzione – che abbia sparato Caroselli, tanto meno è provato il dolo, indispensabile perchè si configuri il reato di “uccisione di animali” che veniva contestato all’imputato.

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