Gay, tribunale Milano: valida adozione figlia compagna

Gay, tribunale Milano: valida adozione figlia compagna
(Foto d’archivio)

MILANO – Donna adotta la figlia della compagna gay: per la prima volta succede in Italia. L’adozione vera e propria in realtà è avvenuta in Spagna, dove le due donne si sono sposate nel 2009, ma oggi la Corte d’Appello di Milano ha riconosciuto la validità di quella stepchild adoption (letteralmente, adozione del figliastro), ordinando la trascrizione dell’atto.

I giudici hanno deciso così ritenendo che il provvedimento spagnolo “che ha istituito un rapporto di adozione piena tra una persona non coniugata e il figlio riconosciuto del partner, anche dello stesso sesso, non è contrario all’ordine pubblico”. Inoltre hanno sottolineato che “va valutato l’interesse superiore del minore al mantenimento della vita familiare”.

La Corte d’Appello di Milano ha dichiarato l’efficacia in Italia del provvedimento con cui una donna ha adottato in Spagna la figlia della sua compagna (le due si sono sposate e poi hanno divorziato nel Paese iberico), nata con fecondazione eterologa. I giudici hanno ordinato la trascrizione dell’atto.

La sentenza emessa dalla sezione Minori e Famiglia della Corte d’Appello milanese e pubblicata sul sito specializzato ‘articolo29’, rappresenta uno dei primi casi di riconoscimento della cosiddetta ‘stepchild adoption’ per una coppia omosessuale.

Le due donne italiane avevano iniziato una relazione nel ’99 e nel 2003 una delle due, attraverso una fecondazione eterologa, ha partorito una bimba. Dopo aver convissuto alle Canarie, assieme alla piccola, le due donne si sono sposate in Spagna con matrimonio civile nel 2009 e nel 2010, come consente la legge spagnola, la “coniuge della madre biologica” ha adottato la piccola. Due anni fa, però, le due donne hanno divorziato nel Paese iberico.

Sempre nel 2013, poi, la donna adottante si è rivolta al Tribunale per i Minorenni di Milano “chiedendo il riconoscimento agli effetti civili interni dell’ordinanza di adozione spagnola della figlia”, ma i giudici nel 2014 hanno respinto l’istanza. Da qui il ricorso in appello. I giudici di secondo grado hanno respinto altre domande presentate dalla donna, come “il riconoscimento e la trascrizione dell’atto di matrimonio contratto in Spagna” e “della sentenza di divorzio” e “la trascrizione dell’accordo regolatore” del divorzio.

Il collegio, tuttavia, ha dichiarato l’efficacia dell’ ordinanza spagnola sull’adozione, ordinando la trascrizione anche in Italia dell’atto. E di conseguenza ha riconosciuto come valido in Italia anche “l’accordo regolatore” riguardante “le condizioni relative alla responsabilità genitoriale nei confronti della figlia”.

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