Gb. Polemiche e rivelazioni per celebrazioni morte Churchill 50 anni fa

Winston Churchill
Winston Churchil

GB, LONDRA – Il leader che salvò la Gran Bretagna dai nazisti per molti, un “egocentrico con momenti da ciarlatano” per alcuni altri. Si sono aperte fra le polemiche le celebrazioni per i 50 anni dalla morte di Winston Churchill, che prevedono una serie di eventi nel Regno Unito e all’estero per ricordare lo statista. Il clima tipico delle commemorazioni è stato infatti rotto dalle durissime parole lanciate dal noto conduttore e giornalista della Bbc Jeremy Paxman contro l’ex primo ministro.

Lo ha definito “un completo egocentrico, un opportunista e talvolta un ciarlatano”, che oggi non verrebbe eletto. Le accuse hanno spinto a una doverosa replica la nipote di Churchill, che ha dato il via alle celebrazioni. “Non penso che quanto detto sia vero”, ha dichiarato Emma Soames. “Penso che le virtù di Churchill siano state molto grandi”. Lo scontro non è di sicuro di buon auspicio per l’iniziativa chiamata “Churchill 2015”, che prevede fra i molti eventi il passaggio di una piccola flotta lungo il Tamigi, ma che così rischia di trasformarsi in una sorta di “processo” storico sul grande politico.

E non è servito a calmare gli animi il messaggio del premier conservatore, David Cameron: “A mezzo secolo dalla sua morte, l’eredità di Churchill continua a ispirare non solo la nazione di cui lui preservò la libertà, ma il mondo intero. Le sue parole e le sue azioni riecheggiano oggi nella nostra vita nazionale”. Retorica a parte, era inevitabile che quasi un anno di celebrazioni per una figura che è stata comunque controversa scatenasse per lo meno un forte dibattito. Soprattutto se si osserva che Paxman è considerato uno dei migliori e più acuti giornalisti del Regno.

I commenti di Paxman arrivano prima della messa in onda di un documentario della Bbc, condotto proprio da lui, sui 50 anni dalla morte dello statista, avvenuta il 24 gennaio 1965. Sembra avere un’opinione molto simile il suo collega Jonathan Dimbleby, presentatore e commentatore, che ha definito Churchill un “dittatore democratico”, un “uomo del suo tempo”, oggi improponibile nel panorama politico. Forse, ha sottolineato la nipote dello statista, l’unico che si può avvicinare come originalità a Churchill è il sindaco di Londra, Boris Johnson. Non è un caso che il primo cittadino sia un grande ammiratore del leader scomparso, a cui ha dedicato una biografia.

Intanto emergono nuove rivelazioni. Churchill aveva anche un ‘debole’ per l’Oriente e la cultura islamica. La sua passione, coltivata negli anni della gioventù e mantenuta quando divenne primo ministro, lo spinse addirittura a vedersi come una sorta di pascià ottomano e a pensare a una conversione alla religione di Maometto, che però non arrivò mai.

Tutto questo riemerge in una serie di lettere di cui il Sunday Telegraph pubblica qualche estratto. Il suo “mal d’Oriente” era così forte che la famiglia e gli amici a un certo punto iniziarono a preoccuparsi. “Per favore, non diventare un convertito all’Islam”, scriveva a Churchill nell’agosto del 1907 Lady Gwendoline Bertie, sua futura cognata. “Ho notato nella tua disposizione la tendenza a orientalizzarti, con atteggiamenti da pascià”.

Lo stesso Winston esaltava queste sue propensioni in un’altra lettera, in cui affermava di voler tanto avere quel titolo onorifico tipico dell’impero ottomano. A scoprire nuovi particolari di questa passione del futuro primo ministro è stato un ricercatore dell’Università di Cambridge, Warren Dockter. Churchill si era avvicinato alla cultura musulmana combattendo come ufficiale in Sudan e nella frontiera nord-occidentale dell’India e aveva poi coltivato la passione con altri amici.

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