Gemelle scomparse: speranze deluse, ma si va avanti

alessia livia
Alessia e Livia Schepp

ROMA – Ancora una giornata di speranza delusa, ancora un grande spiegamento di forze a cercare nel vuoto. Sommozzatori, elicotteri, agenti che hanno percorso a piedi falesie e spiagge, perlustrato casematte e vecchie cappelle sconsacrate hanno lavorato a Cap Corse tutto il giorno ma non c’è stato nulla da fare. Non c’è traccia delle gemelline di 6 anni, Alessia e Livia, nessuna traccia che le faccia pensare vive o morte. Cap Corse, il ‘dito’ della Corsica, viene perlustrato palmo a palmo. Sono gli ultimi fuochi di speranza questi, gli ultimi tentativi.

Lunedì sono state trovate tracce di sangue sullo sperone di una falesia vicino a Macinaggio ma non è dato sapere se quel sangue è di un animale o di un escursionista. Però si analizza lo stesso, perché non è ancora il tempo di mollare. Le falesie qui sono spettacolari, alte una decina di metri con il mare che ruggisce di sotto. Qui si trovano anche piccoli cimiteri improvvisati. Colpiscono queste lapidi di marmo inerpicate a picco sulla pietra con su scritto ‘riposa in pace’: in pace, guardando uno degli spettacoli più belli del mondo, il mare aperto, la skyline che fonde col blu del Mediterraneo.

Davanti a questo spettacolo da brividi tornano in mente le lettere di Mathias Schepp alla moglie: ”riposano in pace in un luogo sicuro”. Questo è così sicuro che nessuno potrebbe scoprire qui i corpi delle piccole. Le polizie di Italia, Francia e Svizzera continuano a lavorare nel massimo riserbo. Messe da parte sensitive e geomanti (eppure, per non sbagliare, sono andati a perlustrare anche il lago di Niolu, indicato da una sensitiva) tentano di far quadrare un cerchio che non vuol chiudersi. Gli inquirenti partono da un’unica prova certa: le bambine sono state sul traghetto ‘Scandola’ da Marsiglia a Propriano. Lo dice il loro dna trovato nelle cuccette della cabina 211.

Da qui la loro presenza è solo un’ idea di speranza alimentata da un’unica testimone. Mentre in Puglia la polizia trova i frammenti del navigatore e si cercano le tracce biologiche delle bambine anche sul traghetto che ha riportato Schepp dalla Corsica a Tolone, mentre in Svizzera si sollecita la madre delle gemelline Irina Lucidi a ricordare qualsiasi particolare possa tornare utile alle indagini, le ricerche proseguono nel nord della Corsica perché gli investigatori sono convinti che il padre ha ucciso e ha fatto sparire i corpi delle bambine nel luogo che aveva amato tanto perché frequentato assieme alla moglie.

Tornano sulle spiagge di Tamarone, sulle falesie di Macinaggio, nei posti romantici dove il verde è acceso ma anche nelle zone dove il fango potrebbe aver ‘marchiato’ l’Audi nera di Schepp in fuga. Tornano con i sub nelle baie color smeraldo e nei pozzi pieni d’acqua, con gli speleologi nelle caverne e nelle grotte del piccolo che incombe su Tumino. Ma non c’e’ nulla da fare: non una traccia ne’ un indizio. Domani a Marsiglia le polizie, coordinate dal Parquet titolare dell’inchiesta, confronteranno i propri dati e cercheranno di fare un punto della situazione. E mentre loro discuteranno sul da farsi domattina a cap Corse gli speleologi torneranno a immergersi nelle decine di pozzi aperti lungo il sentiero dei Doganieri.

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