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Gemelline siamesi, 11 anni fa il caso di Marta e Milagros

di Emiliano Condò |19 Luglio 2011 20:43

ROMA, 19 LUG – La storia delle gemelline siamesi nate all’ospedale S. Orsola di Bologna riporta alla memoria la tragica vicenda di Marta e Milagros del 2000, quando all’ospedale Civico di Palermo si tentò un intervento chirurgico estremo coordinato dal cardiochirurgo Carlo Marcelletti.

Allora l’intervento, durato 10 ore si concluse con la morte di entrambe le piccole. Anche in quel caso le neonate condividevano alcuni organi : Marta e Milagros, gemelline di tre mesi, peruviane, avevano cuore, fegato e intestino in comune. Una situazione che non poteva durare a lungo.

Furono interpellati i maggiori esperti internazionali, come William Norwood, primario della Dupont Foundation di Filadeldia che nel ’92 separò altri due bimbi siamesi. Altri sconsigliarono l’intervento che fu oggetto di un approfondito dibattito del comitato bioetico dell’ospedale.

L’operazione fu autorizzata, disse allora il comitato, ”nella convinzione che debba prevalere il criterio di percorrere l’ opzione chirurgica per salvare una vita umana, rispetto ad un’ astensione che porterebbe a morte sicura entrambe le bambine”.

Un altro chirurgo , Ignazio Marino, che avrebbe dovuto prendere parte all’intervento per separare il fegato si rifiutò. ”La mia coscienza non mi permette – disse – di affrontare questa situazione. Non ritengo di potermi assumere la responsabilità morale di entrare in sala operatoria con la consapevolezza di dover sacrificare premeditatamente una vita umana”.

Secondo i medici una delle due bimbe aveva il 50% di probabilità di farcela. Anche se il caso di Bologna è sicuramente diverso da quello delle gemelline peruviane, molti problemi etici sono gli stessi e sono sempre complessi da affrontare.

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