Gemelline siamesi a Bologna, il medico: “Sopravvivono perchè unite”

BOLOGNA – “Sopravvivono perché unite”. Le due sorelline siamesi che condividono cuore, fegato, una parte dell’intestino e il tronco sfidano la scienza nel reparto del Sant’Orsola di Bologna dove sono nate in giugno e dove in pochi, forse nessuno, pensavano che avrebbero potuto resistere tante settimane. “È assolutamente positivo il fatto che crescano e si irrobustiscano – spiega al Corriere della Sera il primario della chirurgia pediatrica, professor Mario Lima, coordinatore dell’équipe che segue le gemelle – È positivo proprio in vista di una separazione che, se sussisteranno le condizioni, crediamo sarà inevitabile, anche se per il momento non è possibile ipotizzare tempi”.

“Le gemelle – spiegano ancora al Sant’Orsola – sono state colpite da un’imponente ascite (una raccolta di liquido nella cavità peritoneale) con gravi ricadute a livello respiratorio e metabolico”. Poi la ripresa, favorita, è scritto nel bollettino medico, “dalle cure intensive e, in quanto congiunte, dal reciproco supporto”.

“Siamo consapevoli che prima o poi dovremo prendere una decisione – ha più volte ripetuto la madre -, sarà molto dura, ma non delegheremo altri”. Il Comitato di Bioetica dell’università di Bologna, presieduto da Stefano Canestrari, dopo aver esaminato il caso, ha indicato all’unanimità due ipotesi d’azione, a seconda di come evolverà la situazione. “La prima è quella in cui le due neonate non versino in condizioni di imminente e grave pericolo di vita: in questo caso, il Comitato ritiene eticamente corretto che i medici non intervengano per procedere ad una separazione, che provocherebbe la morte di una delle due gemelle”. Qualora invece vi fosse pericolo di vita per entrambe, “la separazione viene ritenuta eticamente corretta”.

Gestione cookie