Gemelline siamesi, il padre: “Non c’entra la fede. Sono bambine, basta questo”

BOLOGNA – “Quando le abbiamo viste in quell’immagine, erano già le nostre figlie”. Il padre di Lucia e Rebecca, le due gemelline siamesi nate a Bologna con un cuore solo, spiega a Repubblica: “Piccole così e dentro la pancia, o alte un metro, per noi non cambia nulla: sono esseri umani, sono bambine, basta questo”,

“Sapevamo che prima o poi la notizia sarebbe uscita, ma non vogliamo dire nulla a nessuno, non vogliamo che nessuno venga a chiederci nulla, per favore non fateci trovare la gente e i fotografi davanti alla porta, abbiamo altri due figli e dobbiamo tutelare la loro serenità. E poi cosa c’è di più da dire?”.

Ai cronisti che gli domandano perché non abbiano fatto “scelte” diverse, lui dice: “Non c’è stato nulla da scegliere. Era ovvio che saremmo andati fino in fondo”. Vista l’ecografia, “Solo qualche consulenza per capire quali sarebbero stati i passi successivi da fare. Ma quando le abbiamo viste in quell’immagine, erano già le nostre figlie. Non è questione di religione. Io poi non è che sia così… Mia moglie ha più legami di me”.

Il padre di Lucia e Rebecca è da tempo in contatto con l’Associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini, guidata da don Oreste Benz, un’associazione che cerca di sensibilizzare a favore della vita di fronte alle maternità difficili. All’insegna della frase di Benzi: “Ogni bimbo che nasce è il sorriso di Dio sull’umanità”.

Ma il papà delle gemelline precisa: “È stata una scelta tutta nostra. Una questione di umanità, di sentimenti umani, di rispetto per la vita. Noi abbiamo una grandissima fiducia nei medici che ci assistono. Sono stati straordinari e ci hanno fatto anche il dono di sollevarci da molte preoccupazioni materiali. Ci hanno protetto, per questo non abbiamo nulla da dire, parlate coi medici. Noi ci fidiamo del loro giudizio”.

Il professor Gaetano Gargiulo, cardiochirurgo pediatrico di fama mondiale, è pronto a eseguire un intervento “che comporta dei rischi” su questo cuore “affetto da una cardiopatia complessa”, prima di decidere se dividere le due gemelle e cercare di salvarne almeno una, ma con poche certezze. “Non sento l’obbligo di procedere alla separazione a tutti i costi, per dare una risposta ai genitori o ai commentatori – dice a Repubblica -. Dobbiamo valutare la probabilità di riuscita dell’operazione e di sopravvivenza della bimba alla quale il cuore rimarrà. Si farà l’operazione se avremo buone possibilità di riuscita, ma se le probabilità saranno pari a zero, rinunceremo”.

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