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Gennaro Ventura, verità a 20 anni da omicidio? Boss in manette

di Warsamé Dini Casali |23 Giugno 2016 13:12

Gennaro Ventura, verità a 20 anni da omicidio? Boss in manette

CATANZARO – Gennaro Ventura, verità a 20 anni da omicidio? Caso riaperto. La direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha riaperto il caso dell’omicidio del fotografo ed ex carabiniere Gennaro Ventura, ucciso 20 anni a Lamezia Terme. Un vero cold case che secondo l’accusa sta per essere risolto visto che ha chiamato a risponderne in tribunale il clan Cannizzaro, in particolare è finito in manette l’elemento di spicco, Domenico Cannizzaro.

Reo confesso del delitto, il pentito Gennaro Pulice, neo collaboratore di giustizia che da mesi sta svelando alla Dda di Catanzaro i segreti dei clan di Lamezia Terme. Si trattò di una esecuzione, avvenuta 20 anni fa a Lamezia Terme quando Gennaro Ventura faceva il fotografo, ma per qualcosa successa 7 anni prima a Tivoli vicino Roma, quando faceva il carabiniere.

La sua colpa fu quella di aver riconosciuto un picciotto in trasferta per conto del clan: questi usciva dall’appartamento di un perito chimico del tribunale di Roma cui aveva rubato ingenti partite di eroina e cocaina. Il fatto di non aver taciuto l’identità del criminale fu considerato uno sgarbo intollerabile, meritevole di una vendetta che, dopo sette anni, è giunta implacabile.

Per gli uomini del clan Cannizzaro non è stato difficile. Un appuntamento di lavoro per fotografare dei terreni è bastato ad attirare il fotografo in una trappola. Borsa dell’attrezzatura in spalla, cellulare e chiavi in tasca, quel pomeriggio del 16 dicembre del 1996, Ventura è uscito in fretta dal suo studio fotografico. “Ho da lavorare facciamo un’altra volta”, ha detto in fretta ad un’amica che lo aveva invitato a prendere un caffè.

Una promessa che non ha mai potuto mantenere, perché quello stesso pomeriggio – ha scoperto la Dda di Catanzaro –Ventura è stato ucciso con un colpo alla fronte. Il suo corpo è stato gettato nella cisterna del mosto di un casolare e solo nel 2008 è stato fortuitamente ritrovato. (Alessia Candito, La Repubblica)

 

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