GENOVA – Un tumore immerso in un bicchiere di birra: la Società italiana di alcologia ha lanciato mercoledi, in un convegno presso il centro congressi Simon Boccanegra dell’ospedale San Martino, una campagna shock che verrà diffusa in ospedali, asl e presso i medici di famiglia per comunicare che “le bevande alcoliche sono cancerogene per l’uomo”.
“Lo dice l’Oms, è un’evidenza scientifica dal 2010 – spiega il responsabile del Centro alcologico regionale Gianni Testino – nutrizionisti e cardiologi che continuano a consigliare un bicchiere di vino al giorno dovrebbero anche dire che così si aumenta il rischio di avere un tumore perché l’etanolo è nel gruppo 1 dei cancerogeni come l’amianto”.
Il referente del Centro nazionale di ricerca alimenti e nutrizione di Roma Andrea Ghiselli ha comunicato che secondo le nuove linee nutrizionali “l’etanolo non è un nutriente” e quindi andrebbe tolto dalla dieta. I dati Istat di una ricerca dell’aprile scorso dicono che se cala il consumo quotidiano durante il pasto, aumentano i consumi eccessivi e le sbronze sopratutto presso i giovani.
Lo sballo del fine settimana ha riguardato oltre 8 mln di cittadini (15,2% della popolazione contro 15,9% nel 2013). Però dai 18 anni in su, un italiano su quattro è a rischio malattie legate all’alcol, con percentuali preoccupanti tra gli adolescenti, ai quali a norma di legge, non dovrebbero essere serviti o venduti gli alcolici.
In aumento il fenomeno dello sballo del fine settimana (cosidetto binge-drinking) che coinvolge il 14,5% dei giovani tra i 18 e 24 anni. In Liguria la sbronza alcolica del fine settimana colpisce il 9% dei maschi e il 4,4% delle femmine tra i 16 e i 17 e uno su quattro tra i 18 e i 24 anni.