GENOVA – Nonostante le proteste dei portuali e la mobilitazione di associazioni pacifiste, Cgil, forze politiche di sinistra e cattolici come salesiani e Acli, la nave cargo saudita Bahri Yambu è attraccato lunedì mattina al terminal Gmt del porto di Genova. A bordo, un carico di armi pesanti vendute dalla Francia all’Arabia Saudita e destinate alla guerra in Yemen. Ma il sospetto è che possa caricare materiale bellico anche in Italia.
Il Collettivo autonomo lavoratori portuali (Calp) ha raggiunto il terminal e bloccato l’ingresso degli ormeggiatori del porto con lo striscione ‘Stop ai traffici di armi, guerra alla guerra’ ma gli ormeggiatori sono stati fatti passare via mare e la nave si trova all’ormeggio. Sul posto anche il presidio indetto dalla Filt Cgil in contemporanea con lo sciopero.
“Vogliamo segnalare all’opinione pubblica nazionale e non solo che, come hanno già fatto altri portuali in Europa, non diventeremo complici di quello che sta succedendo in Yemen” hanno scritto in un comunicato i segretari Filt Enrico Ascheri ed Enrico Poggi. In mattinata il prefetto, Fiamma Spena, incontrerà il segretario della camera del lavoro Igor Magni e il segretario della Filt Enrico Poggi.
La Bahri Yambu è entrata in porto alle 5 di mattina scortata da due motovedette della capitaneria di porto di Genova e ha terminato le operazioni di attracco alle 6:10. Le operazioni di carico termineranno in serata e poi la nave partirà, con destinazione Jeddah. Ma è in corso la trattativa tra sindacati, che hanno promosso uno sciopero per questa mattina, e i terminalisti sul tipo di materiali che devono essere imbarcati. Tra questi ci sarebbe un particolare tipo di generatore, prodotto dalla Teknel di Roma, che potrebbe essere usato per scopi bellici.
Una delle ipotesi sarebbe quella di trasferire al porto de La Spezia via terra il materiale considerato ‘borderline’, consentendo invece il carico delle ‘merci varie’ di tipo civile, ma una parte dei lavoratori della Culmv sta chiedendo al sindacato di proseguire comunque lo sciopero per affermare il principio che il porto di Genova resta chiuso alle navi delle armi.
Sono 35 anni che la compagnia saudita Bahri (National shipping company of Saudi Arabia) fa servizio di linea nel porto di Genova. Nel porto ligure fino ad ora non ha mai caricato materiale bellico, ma solo impiantistica, merci varie e rotabili. (Fonte: Ansa)