Genova, ex Ilva Cornigliano: 4 agenti e due operai. Quattro rappresentanti delle forze dell’ordine, due agenti del reparto mobile, un carabiniere e un funzionario della Digos, sono rimasti contusi durante i tafferugli tra polizia e lavoratori ex Ilva davanti alla prefettura di Genova. Malconci sono usciti contusi anche due operai.
Genova, ex Ilva Cornigliano: 4 agenti e due operai
La Fiom Cgil è “dispiaciuta” per gli agenti contusi. Ma “la responsabilità è di chi ha lasciato le forze dell’ordine a gestire questa situazione nel silenzio delle istituzioni”, ha detto Armando Palombo, coordinatore rsu dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano.
Era il terzo giorno di sciopero e proteste contro la cassa integrazione imposta dall’azienda solo per lo stabilimento di Cornigliano (981 lavoratori).
Nonostante il Consiglio di Stato abbia annullato la decisione del Tar di Lecce. E autorizzato lo stabilimento di Taranto, che rifornisce l’impianto genovese, a produrre.
L’azienda chiede la cigo per crisi di mercato, mentre i sindacati sottolineano che in Europa c’è ampia richiesta di acciaio.
Terza giornata di agitazione, no alla cassa integrazione
Il corteo si è fermato per rendere omaggio alla vedova del dipendente ex Ilva Giuseppe ‘Pino’ Lo Russo, il sindacalista della Fiom genovese. Russo era deceduto nel luglio 2020 in un incidente avvenuto sulla cresta Kuffner, sul versante francese del monte Bianco.
Bianca Lo Russo ha atteso il corteo sotto casa con il caschetto del marito in mano: lì ha ricevuto l’omaggio dei metalmeccanici dell’ex Ilva e dei sindacalisti della Fiom.
Il corteo dei lavoratori dell’ex Ilva, cui si sono aggiunte delegazioni di Ansaldo, Leonardo, Fincantieri, la Rete degli studenti medi e Genova Hitachi, è arrivato in Largo Lanfranco, davanti al palazzo della prefettura di Genova.
Dopo aver percorso la galleria cantando lo slogan ‘Il Governo dov’è’, ‘Vergogna, vergogna’ e ‘Stiamo arrivando’ e gettando fumogeni. Il servizio d’ordine della Fiom ha creato un cordone davanti al corteo.
Il portone della prefettura è stato difeso da un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa. Momenti di tensione e un breve tafferuglio davanti alla prefettura al momento del contatto tra la polizia e gli operai che spingevano per cercare di entrare.
La polizia per pochi secondi ha usato i manganelli. A un certo punto una dirigente della Digos, che si trova davanti alla prefettura di Genova, si è tolta il casco.
Un segnale di distensione alle centinaia di operai dell’ex Ilva che continuavano a gridare ‘lavoro lavoro’ e a ‘spingere’ sul cordone di polizia per entrare in prefettura. Un segnale che ha calmato gli animi dopo la tensione iniziale.