X

Genova, scuole superiori chiuse il sabato per crisi

di Daniela Lauria |3 Luglio 2014 14:07

Genova, scuole superiori chiuse il sabato per crisi

GENOVA – Scuole superiori chiuse il sabato per crisi. Succede a Genova dove i direttori scolastici si sono visti recapitare una lettera del commissario della Provincia che ordina a tutte le scuole la settimana corta per il prossimo anno scolastico 2014-2015. Proprio mentre il governo Renzi ipotizza scuole aperte dalle 7 alle 22 e 11 mesi l’anno, gli Enti Locali vanno in controtendenza per risparmiare su bollette e trasporti.

Dunque, è la richiesta della Provincia di Genova,

“chiusura al sabato degli istituti superiori gestiti dalla Provincia di Genova e orario curricolare esteso su cinque giorni settimanali a decorrere dal prossimo anno scolastico 2014-2015 a causa del perdurare della crisi finanziaria”.

Il provvedimento interesserà gli 80 istituti superiori di proprietà dell’Ente Provincia, ed è dettato dalla necessità di contenere il costo del riscaldamento e dell’energia elettrica,

“per far fronte ai forti tagli ai trasferimenti di risorse agli Enti Locali previsti dal decreto legge 66/2014 in via di conversione”.

Oggi è sabato, e domani non si va scuola” cantava Pino Daniele sulle note di “O’ scarrafone”, ma il ritornello forse andrà presto ritoccato. La verità è che il dibattito va avanti da almeno due anni. A Milano l’assessore all’Istruzione e all’Edilizia Scolastica, Marina Lazzati, propose la medesima soluzione già nel giugno 2013:

“Una consuetudine apprezzata dalle famiglie – sosteneva all’epoca Lazzati –  che ci mette in linea con i principali paesi europei e che consentirebbe, oltre a una miglior gestione dei tempi di riposo o delle attività sportive dei giovani, anche una più ottimale organizzazione del lavoro del personale Ata”.

A Verona, invece, avevano tagliato la testa al toro con una netta riduzione dei trasporti scolastici, in particolare il sabato. Mentre a Pavia la richiesta non è opzionale, ma è un obbligo. L’assessore Marina D’Imperio è stata categorica:

“Il decreto 66 varato dal Governo per le coperture degli 80 euro, e ora divenuto legge, impone alla Provincia di restituire allo Stato 3,5 milioni di euro. Tecnicamente non siamo alla presenza di tagli diretti alla scuola ma, di fatto, siamo chiamati a risparmiare su una serie di voci tra cui le utenze, cioè i costi di riscaldamento e luce, e sui trasporti di collegamento con le palestre”.

Dopo varie proteste da parte degli insegnanti e delle associazioni degli studenti, si è giunti a un compromesso: settimana corta nei mesi invernali, lunga tutti gli altri. Entro l’11 luglio i presidi presenteranno la nuova bozza degli orari.

Scelti per te