Genova: si rompe tubo raffineria, rischiata esplosione

GENOVA – ''Abbiamo corso un rischio grande''. Le parole del comandante dei vigili del fuoco, Stefano Gissi, si mescolano con l'odore acre dei vapori di benzina che sgorga, copiosa, da un buco dell'oleodotto della raffineria Iplom che dal deposito di Fegine, sulle alture di Genova, va diretto al Porto Petroli di Multedo. Il buco, poche decine di centimetri di diametro, e' stato causato dalla trivella di una ditta che esegue lavori in appalto per conto della Genova Rete Gas.

L'oleodotto, in quella stradina di Sestri Ponente, passa a pochi centimetri dall'asfalto. Un tubo da 28 pollici, circa 70 centimetri, che trasferisce oltre 2 mila metri cubi di benzina, sarebbe bastata una scintilla per provocare un'esplosione immane. I vigili del fuoco cosi' hanno ordinato l'immediata evacuazione di due palazzi: 120 persone, aiutate dal personale della protezione civile, sono uscite dalle case e si sono recate in un'oasi verde poco lontano dal luogo del disastro.

L'aria, intanto, si ammorba cosi' dai vapori di benzina da diventare irrespirabile: chiuse le strade, l'autostrada in tilt, stoppata anche la ferrovia, i vigili del fuoco hanno immesso acqua dolce nella tubatura per cercare di abbattere i fumi dopo aver sparso sulla grande chiazza di benzina continuamente alimentata dall'oleodotto schiuma inertizzante.

Il grande caldo e l'assenza di ventilazione non aiuta: la protezione civile decide l'evacuazione di una terza palazzina con all'interno trenta persone, mentre si allestiscono i locali della scuola Cartucci, in viale Rigon, poco lontano dal luogo dell'incidente, per gli sfollati perche' la bonifica potrebbe anche andare per le lunghe.

I vigili del fuoco sanno che stanno lottando contro il tempo: qualsiasi scintilla potrebbe diventare innesco. Ma hanno un problema in piu': la trivella e' rimasta conficcata nel tubo. Non e' possibile accendere il motore del camion per estrarla perche' basta una scintilla, basta il calore della marmitta a innescare la bomba. Cosi', i tecnici del vigili del fuoco stanno studiando come fare per estrarre quella lunga carota di ferro dal tubo.

Alle 19,50 la benzina non esce piu': adesso da quel tubo esce soltanto acqua dolce. L'allarme e' cessato, l'aria sta tornando respirabile, le persone possono tornare a casa. E adesso, l'unica cosa che potra' essere innescata e' la polemica sul come e sul perche' sia potuta succedere una cosa di questo genere.

''Quando sara' finita l'emergenza – tuona l'assessore all'Ambiente della Regione Liguria, Renata Briano – bisognerà fare il punto sull'accaduto, chiarirne le cause e ogni altro aspetto, responsabilità comprese, per evitare che si possa ripetere''.

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