Stava seguendo i ladri che gli avevano rubato lo zaino con i suoi pc, il suo cellulare aziendale e i suoi documenti. Magari stava usando un’app e stava seguendo una mappa. Questa è l’ultima ipotesi intorno alla scomparsa di Giacomo Sartori, il ragazzo ventinovenne scomparso venerdì scorso a Milano. Sartori, informatico, è stato visto per l’ultima volta in una enoteca in Porta Venezia. Qui, secondo le ricostruzioni, gli è stato rubato lo zaino mentre era con gli amici.
Da qui, dopo il furto, aveva deciso di andarsene. “Sembrava scosso” dicono e raccontano gli amici. D’altronde poco tempo fa il ventinovenne era già stato derubato. Tutto è successo intorno alle 23, 23.30.
Sartori stava inseguendo i ladri?
Nello zaino Sartori aveva due computer, uno personale e uno dell’azienda dove lavorava, i soldi, i documenti e il telefono aziendale.
Di lui, di Sartori, da questo punto in poi non si è saputo più nulla. La sua auto è stata trovata soltanto mercoledì dal proprietario della Cascina Caiella di Casorate Primo, a 30 chilometri da Milano. Quindi lontano da tutto.
Un luogo che con l’informatico non ha nulla a che fare. L’ipotesi quindi è che Sartori sia arrivato lì seguendo le tracce del cellulare aziendale. Magari usando un’app.
Il ritrovamento della macchina
La macchina è stata trovata chiusa. A bordo c’era solo la ricevuta del mancato pagamento dell’autostrada A7.
Ventuno chilometri di autostrada che l’informatico non ha potuto pagare essendo senza soldi. Sullo scontrino l’orario: Sartori ha percorso quei chilometri tra le 2 e le 2.20.
Alle 2.30 il suo cellulare è in funzione. Nessuna chiamata. Forse ha provato a chiamare, via WhatsApp, il fratello. Sempre a quell’ora la sua macchina viene ripresa a girare a lungo per le vie del centro di Casorate, poi viene inquadrata di nuovo a Motta Visconti.
Sartori probabilmente stava cercando i ladri quindi. Nella stessa zona una troupe Rai arrivata sul posto due giorni fa è stata derubata delle telecamere e dello zaino. Solo un caso?